Il 'sistema Juventus' nelle carte. Agnelli: "Andiamo a schiantarci"

L’ex presidente incontrò alcuni proprietari di squadre di serie A: "Dobbiamo fare qualcosa o è la fine". Bilanci e affari sospetti, il direttore finanziario intercettato: per fortuna CR7 non ha fatto pizzini pericolosi

"Ho fatto un discorso col pres (...) Solo perché noi abbiamo quella carta lì, quella carta famosa che non deve esistere teoricamente. Se salta fuori ci saltano alla gola sul bilancio i revisori e tutto, poi magari dobbiamo fare una transazione finta". È il 23 settembre 2021, e il responsabile dell’ufficio legale della Juventus, Cesare Gabasio, parla con il direttore sportivo Federico Cherubini della ’carta Ronaldo’ e della documentazione segreta sul campione portoghese ceduto al Manchester United.

La Juve e gli scambi di 'favori'. "Ora fermiamoci, tutti ci guardano"

Da sinistra, Fabio Paratici, Pavel Nedved, Andrea Agnelli
Da sinistra, Fabio Paratici, Pavel Nedved, Andrea Agnelli

Juve, Agnelli intercettato: "Tutta m...da che non si può dire"

Juventus, chiesto il processo per Agnelli e gli altri vertici. Quali sono le accuse

Qualche giorno prima, il 6 settembre, la Guardia di finanza di Torino intercettava una conversazione del direttore finanziario Stefano Cerrato sui documenti finiti sotto la lente della Consob: "E ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi". Poi il collega Stefano Bertola esclama: "Moggi, Moggi! Però hai fatto magia". Un riferimento al caso Calciopoli, che ricorre spesso nelle intercettazioni. Replica l’altro interlocutore, Gabasio: "Però all’epoca Giraudo non faceva ste cose qui". La ’carta Ronaldo’, che secondo gli inquirenti è stata ricostruita attraverso i documenti sequestrati in uno degli studi legali perquisiti, riguardava un debito residuo dopo la cessione di CR7 al Manchester. Sulla posizione del campione, annotano i pm nella richiesta di misure cautelari respinta dal gip, "è emerso il mancato pagamento di stipendi Covid per complessivi 29,3 milioni (9,8 milioni della prima manovra e 19,5 milioni della seconda)".

Nell’inchiesta questa mail di Paratici a Cherubini
Nell’inchiesta questa mail di Paratici a Cherubini

È solo una delle sfaccettature sul ’sistema Juve’ emerso dall’inchiesta della procura di Torino, che ha chiesto il processo per Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, Fabio Paratici e altre 10 persone dello staff dirigenziale dimissionario. Uno staff che ieri ha comunque approvato un nuovo progetto di bilancio con perdite da 239,3 milioni, ma è travolto da accuse che vanno dalle plusvalenze artificiali per 155 milioni, notizie false sulla manovra stipendi, perdite di esercizio inferiori a quelle reali. False comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, dichiarazioni fraudolente con utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ostacolo alle autorità di vigilanza. L’inchiesta su una gestione "allegra" dei bilanci, che ha approfittato anche della pandemia per "dare una copertura formale" alle manovre sugli stipendi, potrebbe allargarsi, mentre sono finiti sotto la lente della Guardia di finanza anche i rapporti di "collaborazione e partnership" con società come Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese, Grosseto, Parma, Pisa e Monza. Rapporti che "influenzano le operazioni di acquistocessione dei calciatori a condizioni di ’favore’" e mettendo "in pericolo la lealtà della competizione sportiva".

D’altra parte lo stesso allenatore Massimiliano Allegri, in una conversazione intercettata, sintetizza: "Il mercato di oggi è quello vero (...) il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze, e quindi era un mercato del c...". Ed è emerso anche un incontro riservato, organizzato da Andrea Agnelli nella residenza della madre nel Torinese, col gotha di un calcio dai bilanci in crisi. Gli investigatori hanno ricostruito la presenza, il 23 marzo 2021, di Luca Percassi (Atalanta), Enrico Preziosi (Genoa), Giuseppe Marotta (Inter, ex Juve), Paolo Scaroni (Milan), Stefano Campoccia (Udinese) e Claudio Fenucci (Bologna). Al tavolo anche Paolo Dal Pino, presidente della Lega Calcio serie A, e Gabriele Gravina, presidente Figc. Il giorno successivo Agnelli, parlando al telefono con Percassi, afferma: "Spero solo che ieri sera la presenza di Gabriele e Paolo era utile. Adesso bisogna che quest’elemento sia foriero di qualcosa di utile (...) perché se no ci schiantiamo pian pianino".