
Nella centrale sommersa. Trovati altri tre corpi: "Hanno ferite sulla schiena, gli operai fuggivano dal crollo"
dall’inviata
Nicoletta Tempera
CAMUGNANO (Bologna)
Alle 11 i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno individuato il corpo di Adriano Scandellari. Il primo dei 4 tecnici dispersi dopo l’esplosione della centrale Enel Green Power di Suviana era intrappolato sotto le macerie del nono piano interrato del sito. Un braccio gli copriva il viso, come a difendersi da qualcosa. Era nella stessa posizione in cui, circa un’ora dopo, è stato trovato e recuperato il cadavere di Paolo Casiraghi. In serata, poi, nell’altra ala del nono piano ispezionata dai pompieri, è stato trovato anche Alessandro D’Andrea. L’acqua ha iniziato ieri a restituire i corpi dei lavoratori uccisi nella tragedia, dopo giorni senza sosta per i soccorritori: "È come lavorare in un palazzo crollato sott’acqua", dicono. I primi due dispersi sono stati ritrovati dallo stesso lato del nono piano interrato: l’ipotesi è che dopo l’esplosione abbiano tentato di scappare, invano. Uno di loro aveva ferite alla testa e sulla schiena, probabilmente provocate dalle macerie del crollo del solaio. "Li abbiamo trovati nella zona in cui pensavamo potessero essere", ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco Calogero Turturici. Ora, resta solo Vincenzo Garzillo. Se non verrà rintracciati in questa fase, sarà necessario svuotare tutta la zona dall’acqua: un lavoro che si annuncia di settimane. Tuttavia, come puntualizza il comandante Turturici, "la visibilità, man mano che procediamo con lo svuotamento, è migliore. Riusciamo a vedere a 1,5 metri, questo ci fa sperare".
I corpi di Scandellari e Casiraghi erano a tre metri di profondità, coi sommozzatori che nelle ispezioni, sempre in coppia per ragioni di sicurezza, arrivano a immergersi fino a 9 metri. Un lavoro incessante. A Suviana ci sono vigili del fuoco, carabinieri, Guardia di finanza e poi polizia, locale e Protezione civile. Duecento operatori che si alternano in un doppio lavoro: quello della ‘progettazione’ dell’intervento e quello dell’azione. Perché i sommozzatori, che usano soprattutto le loro mani per orientarsi nel buio, prima di immergersi in quell’acqua nera di olio e detriti hanno bisogno di una preparazione specifica. L’area dove operano, come spiegato dal comandante regionale dei vigili del fuoco Francesco Notaro, è dislocata su due piani, di circa mille metri quadri ciascuno. La zona interessata dalle ricerche, però, è di circa cento metri, nei piani -8 e -9, a ridosso della turbina esplosa. Qui i soccorritori, dopo essersi equipaggiati con tute speciali dotate di sistemi anti inquinamento, si calano in una gabbia nel buco sommerso: stanno dentro anche un’ora, cercando in ogni angolo tracce di vita. Nella centrale, poi, si proteggono con mascherine, perché, come spiegava anche l’assessore regionale alla Protezione civile Irene Priolo, "c’è la possibilità che possano esserci scorie d’amianto".
Un lavoro complesso e delicatissimo, che si accompagna alle operazioni di svuotamento di questa sorta di pozzo, dove l’acqua, che sale di un centimetro all’ora, viene tenuta al livello di guardia pompandola di continuo con idrovore al lavoro 24 ore su 24. Idrovore che, ovviamente, non scaricano nel lago di Suviana: delle autobotti vanno e vengono di continuo dalla centrale. Entrano vuote ed escono cariche di acqua mista a olio e combustibili che poi vengono sversati in appositi centri di depurazione. Un passaggio che, seppure necessario per preservare lo stato di salute del lago, rallenta ulteriormente il lavoro dei soccorritori. Anche l’invaso di Suviana è infatti messo a rischio da questa tragedia: "Abbiamo effettuato tre monitoraggi d’acqua, sia nel sito che nel lago – spiega l’assessore Priolo –. Nel sito è stata trovata una forte concentrazione di idrocarburi; i prelievi fatti nella zona subito fuori dalla centrale ne hanno invece mostrato una presenza non significativa, forse legata anche alle operazioni dei soccorritori nelle prime fasi dell’emergenza. Al centro del lago, infine, la situazione è del tutto nella norma". Lago il cui livello anche ieri è stato abbassato, con le sirene della diga che hanno suonato a lungo, per agevolare il lavoro dei soccorritori, coordinati dalla prefettura. In mattinata, fuori alla centrale di Bargi di Camugnano, sono arrivati anche il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Con loro, i vertici di vigili del fuoco, Arma e Finanza, l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, e anche il vice ministro Galeazzo Bignami e il senatore Pierferdinando Casini.