Nel deserto delle urne vince il falco Raisi: astensione ai massimi

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Il fondamentalista Ebrahim Raisi (foto) ha vinto facilmente le elezioni in Iran e diventa l’ottavo presidente della Repubblica islamica. L’affluenza è scesa al minimo per un’elezione presidenziale dalla rivoluzione del 1979, ma secondo i dati ufficiali non si è trattato di un boicottaggio di massa: 48,8%. Dati contestati dagli oppositori che premevano per l’astensione, mentre la Guida suprema Ali Khamenei canta vittoria. Raisi ha vinto la corsa con 17,9 milioni di voti. Molto distanti i quattro candidati minori lasciati in gara dopo la falcidia operata dal Consiglio dei Guardiani. La percentuale di schede bianche sfiora il 13%. Il presidente moderato uscente Rohani, in carica fino al 3 agosto, si è congratulato con Raisi ribadendo la bontà dell’accordo sul nucleare del 2015, da cui poi gli Usa di Donald Trump uscirono nel 2018, reimponendo a Teheran sanzioni che stanno strangolando l’economia e diffondendo la povertà. "Spero – ha detto Rohani – che negli ultimi 45 giorni del mio mandato si arriverà alla revoca delle sanzioni". A Raisi sono anche arrivati i complimenti di Putin.