Giovedì 18 Aprile 2024

"Nei miei dischi c’è sempre Dalla Era il Michelangelo della musica"

"Il primo incontro fu a casa sua, dove mi aveva invitato il giorno in cui teneva un concerto con De Gregori. Insieme ad altri artisti cresciuti sotto le Due Torri ha creato lo sguardo di un bambino come me"

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di Valerio

Baroncini

Assonanze. Da Futura, anni Ottanta bolognesi, a La ragazza del futuro, nuovo millennio. Forse è solo un caso, ma Cesare Cremonini dice che cerca sempre di far entrare nei suoi dischi "una sfumatura di Lucio". E l’ultimo album, in filigrana, non tradisce un ricordo che da Bologna diventa emozione di tutto il Paese. Perché dieci anni dopo la morte improvvisa in un albergo a Montreux, la città del jazz, Dalla è ancora qui. Con noi. Colonna sonora di generazioni.

Cesare Cremonini, qual è il suo primo ricordo di Lucio Dalla?

"Il primo incontro è stato a casa sua. Mi aveva invitato il giorno in cui teneva a Bologna un concerto con Francesco De Gregori. Sono andato, piuttosto emozionato, e mi sono trovato a bere un caffè nel terrazzino. È stato un incontro bellissimo, indimenticabile, abbiamo parlato di musica, di com’era nata ‘Com’è profondo il mare’, del rapporto con De Gregori. Poi mi chiese di suonare il pianoforte in salotto. Fu un momento magico".

Poi?

"Dopo sono andato al concerto e sono potuto stare con loro nel backstage. Devo dire che è un ricordo indelebile, anche molto riservato e privato: Lucio mi ha trasmesso fiducia quel giorno, aveva un modo di trattarmi con rispetto, stima e affetto. Mi ha dato grande coraggio".

Chi era Lucio Dalla per lei?

"Il Michelangelo della musica. La sua capacità di unire la vita reale, la vita ‘camminata per strada’, le voci della gente, con un’idea della musica alta che proveniva dal jazz, da un percorso artistico gigantesco, erano cose uniche. Era straordinario. Lucio rimarrà il Re Sole della musica bolognese. Lui, insieme agli altri grandi artisti cresciuti sotto le Due Torri, ha creato lo sguardo di un bambino come me, quando a 18 anni ho iniziato a fare musica. Ha fatto sì che potessi pensare che Bologna era tutto. Essere un artista importante a Bologna, per me, significa essere un artista nazionale, non c’è distinzione fra le due cose".

E se dovesse scegliere un luogo da legare a Dalla?

"Sarebbe facile parlare di via d’Azeglio, del centro, dei luoghi che frequentava: lo guardavi, lo riconoscevi e poi all’improvviso lui non c’era più, come se fosse una presenza dell’anima di Bologna. Ma se devo scegliere un luogo da legare a Lucio, beh, per me sono le colline".

I colli, i ‘suoi’ colli bolognesi?

"Mi immagino Lucio Dalla a Monte Donato: ho l’idea che le colline siano di tutti e anche di Lucio Dalla, questo mi emoziona. A Monte Donato, quando vado, penso sempre a Lucio che ruzzola giù per i colli, a lui che gioca come abbiamo fatto tutti nelle nostre colline".

Fra le canzoni, quale l’ha segnata di più?

"Tante canzoni mi hanno colpito e toccato nel profondo. Cara: i pianti che non ho fatto con Cara… Poi Meri Luis... però Stella di mare forse è la canzone che ancora oggi, quando l’ascolto, mi spezza a metà. Perché vivo le canzoni di Lucio in modo viscerale. Non solo per la capacità musicale di scrittura, ma per quella che ha lui di entrare nella vita delle persone, e di diventarne sia colonna sonora che punto d’incontro. Le sue canzoni hanno un valore cosmico, universale. Il modo in cui Lucio Dalla scrive ci mette tutti in riga, ci mette tutti sullo stesso piano, come degli alluni della vita".

Qual è l’eredità musicale di Dalla?

"La sua eredità esiste, ma non c’è un erede. Esiste un’eredità, un patrimonio artistico che va valorizzato e io cerco sempre nei miei dischi che ci sia una sfumatura di Lucio. Sento una responsabilità come cantante di Bologna: portare avanti questa bandiera, la tradizione della musica bolognese. Penso che parte della mia carriera si debba anche a tutto quello che è stato lui".

E non ha un rimpianto in relazione a Dalla?

"No, se non che non ho potuto fare in tempo a cantarci insieme. Sono sicuro che sarebbe successo prima o poi, in modo bellissimo, però continuo in fin dei conti a cantare insieme a lui. Anche adesso".