'Ndrangheta, riciclaggio di denaro: arresti e perquisizioni. Sequestrati beni per 5 milioni

Avevano ideato un sistema in grado di trasformare semplici fatture per operazioni inesistenti, in continuo e periodico denaro contante. Indagate altre 6 persone

Dia,  Direzione Investigativa Antimafia (Ansa)

Dia, Direzione Investigativa Antimafia (Ansa)

Torino, 22 luglio 2015 - Nuova spallata alla 'ndrangheta. Nel giorno in cui la Procura di Reggio Calabria porta alla luce il 'sistema' delle scommesse online, un blitz della Divisione Investigativa Antimafia di Torino si chiude con 4 arresti per riciclaggio, bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Perquisizioni in Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio e Calabria: sequestrati beni mobili, immobili e quote di società per un valore di cinque milioni di euro. Altre sei persone sono state indagate a piede libero.

LE INDAGINI - A capo dell'attività di riciclaggio c'era boss della 'ndrangheta Francesco Ietto, già agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di San Colombano al Lambro (Milano), per associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo le indagini Ietto, di fatto gestiva l'attività di riciclaggio di ingenti somme di denaro accumulate, a partire dagli anni '80, dalla cosca Ietto-Cua-Pipicella di Natile di Careri (Reggio Calabria), mediante i sequestri di persona ed il traffico di stupefacenti.

Avvalendosi di imprenditori che accettavano dietro compenso di emettere fatture false o gonfiate, oppure intestando società di comodo a prestanome insospettabili, Ietto era riuscito ad immettere il denaro sporco nel circuito dell'economia legale piemontese. Ruolo chiave ha rivestito Pasquale Bafunno, noto commercialista torinese già coinvolto in altre indagini per aver agevolato organizzazioni criminali di tipo mafioso, ideatore di un sistema in grado di trasformare semplici fatture per operazioni inesistenti, in continuo e periodico denaro contante.

Grazie alla consolidata esperienza professionale e all'elevato numero di clienti gestiti, il 'ragioniere della 'ndrangheta' era riuscito a creare un sistema di documentazione contabile intersocietaria, fittiziamente basato su rapporti commerciali e movimentazione finanziaria, tale da rendere difficoltosa la ricostruzione dei flussi economici da parte degli organi addetti al controllo. Parte del denaro riciclato varcava i confini nazionali,confluendo nei conti svizzeri e monegaschi intestati a Bafunno stesso.

ALTRI SEI INDAGATI - Nell'ambito dell'operazione sono state, altresì, indagate a piede libero altre sei persone, tra le quali figura anche Domenico Luca Trimboli, nipote del noto Domenico Trimboli, narcotrafficante arrestato in Colombia dopo una lunga latitanza e considerato il più importante referente italiano dei cartelli colombiani per l'approvvigionamento di ingenti quantitativi di stupefacenti. Il giovane Trimboli è accusato di aver rivestito il ruolo di 'factotum di Ietto - stante la sua ridotta capacità di azione per effetto degli arresti domiciliari - ed in particolare di aver costituito il trait d'union tra quest'ultimo e Bafunno. Trimboli risulta inoltre aver assunto fittiziamente la carica di amministratore di alcune società, di fatto gestite da Ietto, costituite ad hoc per finalità di riciclaggio.