Lunedì 22 Aprile 2024

Navi di Caligola distrutte dai nazisti: "Paghi la Merkel"

Lazio, il comune di Nemi chiede i danni alla Germania. I soldati della Wehrmacht nel ’44 bruciarono le triremi

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Frau Angela paghi le navi di Caligola. Una sintesi ad effetto per una questione storica, giuridica, morale. I soldati della Wehrmacht, in ritirata innanzi alle truppe americane, nella notte del 31 maggio del ’44, diedero fuoco alle due triremi imperiali esposte nel museo navale di Nemi, cittadina laziale di 2mila abitanti. "Non fu un’azione di guerra, denuncia il sindaco, Alberto Bertucci, ma un atto vandalico compiuto per sfregio. Provocando un danno irreparabile di un bene archeologico".

E venerdì ha inviato a Berlino una richiesta ufficiale di risarcimento, il denaro servirà a ricostruire le due imbarcazioni, come sarebbe possibile grazie alle nuove tecnologie. Non c’è ancora una risposta, e se arriverà, sarà negativa. La Germania di oggi non è responsabile dei crimini di guerra compiuti dal III Reich nazista, si sostiene. E i danni di guerra comunque furono condonati in gran parte da un congresso internazionale del ’53, con un atto firmato anche dall’Italia, e dalla Grecia, altro paese vittima.

Comunque, i tedeschi mettono avanti le mani, come dopo un incidente stradale: nel sito internet del comune di Nemi, protestano, si ammette che le cause del rogo sono misteriose, forse fu un incidente provocato da un braciere acceso da profughi rifugiatisi nel museo, o opera degli americani. Come accertare la colpa, al di là, di ogni ragionevole dubbio. Le due navi, una lunga 71 metri, l’altra 79, furono fatte costruire da Caligola intorno al 50 dopo Cristo in onore di Diana. Perdute per secoli, furono scoperte sul fondo del lago di Nemi e recuperate tra il 1929 e il 1932, restaurate e esposte al museo. "Non chiediamo solo i danni - continua il sindaco Bertucci - vorremmo che la Germania collaborasse con noi per procedere nell’opera di ricostruzione". E conclude con un invito alla Cancelliera Frau Angela a visitare Nemi.

Nel 2017, il tribunale di Sulmona ha condannato la Germania al risarcimento di 10 milioni di euro per la strage di Limmari: nel novembre del ’43, furono massacrati 128 anziani, donne, bambini. Ed è stata posta un’ipoteca su alcuni terreni di proprietà tedesca. E analoghe richieste sono state avanzate da tribunali greci e polacchi. I pareri sono divisi: Berlino è responsabile per atti criminali non giustificabili come azioni di guerra. Altri giuristi ritengono di no. E il governo italiano non appoggia la richiesta per evitare crisi diplomatiche.

Ma la Grecia ha chiesto 800 miliardi, la Polonia 390. La richiesta di Nemi è formulata in modo più articolato. Magari, senza dire ’ja’, specialisti tedeschi potrebbero collaborare alla ricostruzione delle navi, e si potrebbe giungere a una condivisione dei costi. Purché non si parli di risarcimento.