Martedì 23 Aprile 2024

"Navalny avvelenato col gas nervino" Merkel contro Putin: ora chiarisca

Alta tensione tra Berlino e Mosca. Il leader dell’opposizione russa in gravi condizioni, la condanna di Nato e Ue.

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di Giovanni Rossi

Risale alle stelle la tensione tra Germania e Russia. Il tentato omicidio di Aleksei Navalny, sempre ricoverato in gravi condizioni a Berlino, trova definitive conferme tossicologiche. La notizia che il principale oppositore di Vladimir Putin, più volte arrestato e da anni nel mirino del Cremlino, sia stato avvelenato con l’agente nervino Novichok – già utilizzato nel 2018 per tappare la bocca all’ex spia di Mosca Sergej Skripal e a sua figlia Lisa, riparati in Inghilterra e salvi per miracolo – spinge la cancelliera Angela Merkel a puntare il dito contro Mosca: l’avvelenamento di Navalny aveva "l’obiettivo di farlo tacere: un crimine che condanno con forza a nome del popolo tedesco, perché colpisce i valori fondamentali per cui ci spendiamo", è la risoluta posizione della leader.

Frau Angela attacca: "Ci sono domande a cui solo il governo russo può e deve rispondere". E intanto anticipa che dal mondo occidentale arriverà "una risposta comune appropriata". "Noi riferiremo ai nostri partner nella Ue e nella Nato del risultato delle analisi, ci consulteremo e, alla luce della posizione della Russia, decideremo una reazione comune adeguata", dettaglia la cancelliera. Il Cremlino prima prova a prender tempo: "Non abbiamo ricevuto queste informazioni" è la trincea del portavoce Dmitri Peskov, che quasi proclama stupore: "Prima che il paziente fosse trasportato a Berlino, una serie di test effettuati nel nostro paese, nel rispetto di tutti gli standard internazionali, non ha evidenziato alcuna sostanza tossica". Tuttavia la Russia è pronta a "una ampia cooperazione con la Germania per chiarire l’incidente capitato a Navalny", scrive l’agenzia Interfax. E in quel capitato – durante il volo aereo del dissidente – sta tutta la distanza che in questo momento separa Mosca dalla verità.

Navalny "resta in gravi condizioni, è in coma e respira con un ventilatore, si sta gradualmente riprendendo, ma potrebbe avere conseguenze a lungo termine", riferisce in una nota l’ospedale berlinese della Charité, dove il leader dell’opposione russa è stato trasferito il 22 agosto – dopo straordinarie pressioni internazionali – subito dopo il primo ricovero a Omsk seguito all’atterraggio di emergenza di due giorni prima. Il Novichok, arma chimica di quarta generazione, esiste in forma liquida e solida. Ha effetto in tempi rapidissimi, dai 30 secondi ai 2 minuti, causando il collasso di molte funzioni corporee.

Lo staff di Navalny ritiene l’avvelenamento opera dei servizi russi. L’accusa esplicita è anzi di un’azione benedetta da Putin. Nessuna replica dallo Zar. Gli argomenti ufficiosi del Cremlino sono sempre gli stessi: nessun interesse ad agire; nessuna esclusiva nella produzione del Novichok, dopo che negli anni Novanta diversi ricercatori russi lasciarono il Paese con la formula in tasca. La Farnesina chiede "un’indagine indipendente e trasparente con l’obiettivo di assicurare i responsabili alla giustizia". E anche Parigi, Londra e Bruxelles intimano a Mosca di indagare e spiegare. "Questo è un atto spregevole e codardo", twitta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E grande turbamento manifesta la Casa Bianca. L’ipotesi di uno scenario internazionale totalmente avverso precipita a mercati aperti sulla Borsa di Mosca, subito in negativo. Sul Forex il rublo cede il 2,4% sul dollaro e l’1,7% sull’euro. L’ulteriore segnale di una nuova crisi, probabilmente solo all’inizio.