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Sul terreno ucraino la Grande Madre Russia lancia l’offensiva a tutto campo, mentre la tensione sale come alta marea nella Situation room dei Paesi che ruotano intorno alla Nato. I confini bruciano sul fronte dell’Est. Fino che punto l’Alleanza atlantica rischia coinvolgimenti? Lo chiediamo al generale Marco Bertolini, paracadutista, già comandante delle Forze speciali e primo ufficiale italiano nominato capo di Stato maggiore nella missione Isaf in Afghanistan. Perché a un recente vertice sono state invitate Svezia e Finlandia, ester ne alla Nato? "La Russia, infatti, ha protestato. La Nato è una creatura degli Stati Uniti che operano per un accerchiamento della Russia, dai Paesi baltici in giù". Un film già visto. "Finché c’erano Gorbaciov e Yeltsin la Russia incassava più facilmente. Putin ha rivitalizzato le forze armate e rinvigorito l’orgoglio nazionale. E non vuole essere accerchiato". La Nato deve mettere in conto scontri ai confini baltici? "Farà di tutto per evitarlo perché non ci sono i presupposti. L’Ucraina è fuori dalla Nato. Certo è che la Russia non cede e vede l’avvicinamento della Finlandia come un’altra minaccia. Gli Usa premono verso una riedizione della Guerra fredda e l’Europa in questo senso rischia di essere un campo di battaglia". La Nato si rinforza sui confini baltici, in Polonia, Romania. "Questi schieramenti sul terreno e con aerei intercettori di Air policy esistono da sempre. E ovvio che ora aumentino". In caso di incidente bellico fra uomini dell’Alleanza e russi si rischia la deriva nucleare? "Qualche scaramuccia è teoricamente possibile, per quanto improbabile, ma a nessuno conviene un conflitto nucleare. È l’estrema ratio". Eppure il mondo ha paura. "Proprio perchè sono potenze nucleari Usa e Russia non sono mai venute direttamente alle mani. Hanno rischiato con la crisi dei missili di Cuba. Poi stop". Come ...
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