Martedì 16 Aprile 2024

"La Nato starà alla larga dal conflitto. Nessuno vuole una guerra nucleare"

Il generale Bertolini: "Lo scontro non va generalizzato. Per Putin inviare armi in Ucraina è un atto ostile"

Soldati ucraini (Ansa)

Soldati ucraini (Ansa)

Sul terreno ucraino la Grande Madre Russia lancia l’offensiva a tutto campo, mentre la tensione sale come alta marea nella Situation room dei Paesi che ruotano intorno alla Nato. I confini bruciano sul fronte dell’Est. Fino che punto l’Alleanza atlantica rischia coinvolgimenti? Lo chiediamo al generale Marco Bertolini, paracadutista, già comandante delle Forze speciali e primo ufficiale italiano nominato capo di Stato maggiore nella missione Isaf in Afghanistan.  

Perché a un recente vertice sono state invitate Svezia e Finlandia, ester ne alla Nato?

"La Russia, infatti, ha protestato. La Nato è una creatura degli Stati Uniti che operano per un accerchiamento della Russia, dai Paesi baltici in giù".  

Un film già visto.

"Finché c’erano Gorbaciov e Yeltsin la Russia incassava più facilmente. Putin ha rivitalizzato le forze armate e rinvigorito l’orgoglio nazionale. E non vuole essere accerchiato".  

La Nato deve mettere in conto scontri ai confini baltici?

"Farà di tutto per evitarlo perché non ci sono i presupposti. L’Ucraina è fuori dalla Nato. Certo è che la Russia non cede e vede l’avvicinamento della Finlandia come un’altra minaccia. Gli Usa premono verso una riedizione della Guerra fredda e l’Europa in questo senso rischia di essere un campo di battaglia".  

La Nato si rinforza sui confini baltici, in Polonia, Romania.

"Questi schieramenti sul terreno e con aerei intercettori di Air policy esistono da sempre. E ovvio che ora aumentino".  

In caso di incidente bellico fra uomini dell’Alleanza e russi si rischia la deriva nucleare?

"Qualche scaramuccia è teoricamente possibile, per quanto improbabile, ma a nessuno conviene un conflitto nucleare. È l’estrema ratio".  

Eppure il mondo ha paura.

"Proprio perchè sono potenze nucleari Usa e Russia non sono mai venute direttamente alle mani. Hanno rischiato con la crisi dei missili di Cuba. Poi stop".  

Come ne usciamo?

"Qui si affrontano due Stati sovrani. L’Alleanza non ha i presupposti per intervenire e va evitato un conflitto generalizzato. Bisogna insistere sul negoziato come in ogni guerra. Si tratta e ognuno rinuncia a qualcosa".  

È possibile l’invio di militari dell’Alleanza come istruttori in Ucraina?

"Sarebbe letto dalla Russia come un atto di guerra. La presenza di militari americani per anni è stato uno degli elementi che ha suscitato irritazione".  

Si parla di aiuti in armi.

"Anche questo potrebbe essere considerato un atto di guerra".  

Cosa insegna tutto ciò all’Italia?

"Noi italiani abbiamo sempre rimosso l’idea della guerra e la necessità di essere preparati. Bisogna pensarci prima"