Musk-Bezos: le liti tra bimbi (miliardari)

Matteo

Massi

Ogni scusa è buona per beccarsi, come due galli in un pollaio pieno di uova d’oro (le loro). Adesso, perfino, il povero John Ronald Reul Tolkien. Che Elon Musk, il signor Tesla, scomoda per prendersela con il suo avversario di sempre (e ci sono almeno due mani di precedenti): Jeff Bezos, il signor Amazon. Che c’entri Tolkien in quest’ennesima polemica tra ricconi stramiliardari, è presto detto: su Amazon Prime Video, con tanto di grancassa promozionale, è partita la serie su Il signore degli anelli. Niente a che vedere, ovviamente, con il kolossal cinematografico. Anzi, c’è chi maligna – ma sembra vero – che la stessa Amazon abbia tolto la possibilità di commentare la serie per evitare di vedere una lunga sfilza giudizi negativi. Ma in questo caso la critica cinematografica (o televisiva) è un puro pretesto (25 milioni collegati allo schermo per la prima mondiale). Musk sceglie il suo social preferito, Twitter, per scrivere: "Tutti i personaggi maschili sono codardi, scemi o tutti e due".

Che il signor Tesla abbia letto davvero e fino in fondo la voluminosa opera di Tolkien è una professione di fede per chiunque. Anche per i suoi indefessi ammiratori. Qualche dubbio, con il personaggio, è meglio tenerselo sempre. Che sotto la legittima critica dello spettatore che si mette davanti alla serie e non rimane soddisfatto, ci sia ben altro è invece piuttosto evidente. In attesa di una risposta di Bezos che non è ancora arrivata, vale la pena ricordare gli ultimi duelli verbali tra i due. "Io sono il più ricco", disse l’uno e l’altro appena la classifica dei miliardari era stata aggiornata a suo favore replicò: "No, non è vero, sono io". E che dire della spietata concorrenza per arrivare a essere i primi vettori del turismo spaziale. O addirittura della sfida per lo stato dei rispettivi addominali. Con il solito Musk che disse: "Devo dimagrire".

Ricchi, ricchissimi, praticamente dei bambini.