Musixmatch e il nuovo made in Italy

Paolo

Giacomin

ingresso di Tpg in Musixmatch è una tappa storica per l’impresa digitale in Italia. Il fondo di San Francisco attivo nella gestione patrimoniale alternativa ha asset in portafoglio per oltre 120 miliardi di dollari. Musixmatch è tra le principali piattaforme di dati musicali a livello mondiale. Una creatura nata dalla visione e dal duro lavoro di Max Ciociola. L’investimento conferma quanto segue: 1) è possibile fare imprese innovative nel nostro Paese. 2) È possibile attirare investimenti dall’estero, senza dovere, a un certo punto, ‘emigrare’ per poter crescere.

3) Non siamo solo terra di talenti da esportazione, ma di imprenditori capaci di unire tecnologia e cultura. Lo siamo dai tempi di Leonardo Da Vinci ai giorni nostri. Lo siamo da quando donammo al mondo Umanesimo e Rinascimento, costruendoli certo sulla cultura e sull’arte, ma anche su capacità finanziarie, tecnologiche e imprenditoriali.

Da Prato veniva quel Francesco Datini che nel ’400 inventò la lettera di cambio e cambiò il volto del commercio globale dell’epoca. A Firenze, il busto di Filippo Brunelleschi guarda all’insù, la cupola, quasi a chiedersi come abbia fatto a realizzarla. Del genio vinciano, inutile aggiungere. Cosa c’entra tutto questo con l’investimento di Tpg nella società bolognese è semplice, anche se poco visibile a uno sguardo superficiale: Rinascimento e Umanesimo furono ecosistemi – politici, imprenditoriali, culturali – come lo sono gli ecosistemi digitali maturi. Nel mondo, in Silicon Valley in particolare, e in via di consolidamento anche in Italia attraverso il lavoro di capitali di rischio, incubatori, imprenditori digitali. E, da un po’ di tempo a questa parte, dalle scelte di decisori pubblici. È l’ora giusta per smettere di chiamarle startup e considerare queste aziende la nuova manifattura. E costruirci sopra un altro made in Italy.