Mercoledì 24 Aprile 2024

Muro sulla delega fiscale Lega e FI: non la votiamo

"Il premier dice che non toccherà le tasse? Però ha scritto il contrario". I pontieri dei due schieramenti al lavoro per tentare una difficile intesa

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di Claudia Marin

Solo Mario Draghi può tentare e riuscire nella mediazione finale per evitare lo scontro frontale sulla delega fiscale e il rischio di una crisi di governo in piena guerra russo-ucraina. A assicurarlo sono i "pontieri" di entrambi i fronti che riservatamente stanno, però, lavorando a quello che sarà il "lodo fiscale" che il premier presenterà ai leader di Lega e Forza Italia la settimana prossima e che sarà fondato, se ci riuscirà, su qualche concessione alle richieste di azzurri e leghisti. Senza che questo snaturi la riforma tributaria come concordata dagli altri partner della maggioranza.

Ma se questo è il retroscena, la scena di ieri è sempre quella di una contesa al calor bianco su fisco e non solo: perché, ad agitare la maggioranza sono anche i dossier concorrenza e riassetto del Csm. Anche se il nodo tasse è quello prevalente e più controverso. Tant’è che o saranno sciolti i nodi dell’infuocato dossier o a rischio sarà la tenuta dell’esecutivo. Nuovo affondo di Matteo Salvini: "Mi fa piacere che Draghi a parole dica “non voglio aumentare le tasse“, ma la Lega e il centrodestra non possono votare un documento dove c’è scritto che potranno aumentare". Fari puntati, dunque, su risparmi, titoli di Stato, affitti e immobili: il leader leghista, per perorare le sue ragioni è pronto a salire al Colle. La riforma del catasto, articolo della delega già votato in commissione Finanze, è intoccabile. Non ci sono margini per rendere vincolanti i pareri consultivi del Parlamento sui decreti attuativi.

Dietro le quinte si lavora a un possibile punto di caduta su un’altra richiesta "imprescindibile" di Lega e FI, la tutela delle cedolari su "case e risparmi". Ma il terreno è scivoloso. Di qui, l’ipotesi della fiducia, che FI chiede di mettere da parte: "Chiediamo a Draghi di non mettere la fiducia sulla parte della delega fiscale che riguarda il catasto", dice Tajani, assicurando che non c’è alcuna volontà di far cadere il governo. E quindi la riunione con il presidente del Consiglio servirà "per trovare una soluzione". Oggi, del resto, sarà la volta di Silvio Berlusconi che torna in scena e di persona alla prima convention di Forza Italia che si riunisce in carne e ossa a Roma per due giorni, dopo un’assenza di quasi 3 anni: e per l’occasione è prevedibile che il fondatore assicurerà lealtà a Draghi, ma anche "nessun assegno in bianco su fisco e giustizia". "Sono due questioni – insiste Tajani – sulle quali non possiamo fare marcia indietro". Il punto è che dal Pd non sono disposti a eccessive mediazioni e parlano apertamente di "propaganda", ma anche di preoccupazione per una possibile crisi di governo. Il ministro Andrea Orlando sembra offrire una sponda, definendo "non alla portata" la proposta della Cgil di una sorta di patrimoniale di guerra: "Bisogna essere realisti e fare proposte che siano praticabili".