Muro contro muro sul ddl Zan, oggi la conta

Pd, Leu e M5S rifiutano la mediazione e l’accordo sfuma. La prova di forza in Aula potrebbe portare alla bocciatura del testo

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di Ettore Maria Colombo

Il ddl Zan al Senato ha le ore contate. A salvarlo in calcio d’angolo ci aveva provato la richiesta di Iv, appoggiata dalla Lega (rinvio di una settimana per trovare l’intesa), ma la conferenza dei capigruppo che ieri sera doveva varare la dilazione ha prodotto solo scintille. Pd, M5s e LeU hanno deciso per il niet e, oggi, in Aula andranno a "cercar la bella morte" sullo Zan stesso. La mediazione, che ha ballato per soli due giorni, era sugli articoli 1 (identità di genere), 4 (libertà di espressione) e 7 (giornata dei diritti nelle scuole). Centrodestra e Iv volevano ripartire dal ddl Scalfarotto, che non prevedeva l’attuale definizione di identità di genere (a tutela anche delle persone trans), né la giornata anti-transomofoba’ a scuola, ma il fronte Pd-M5s-LeU ha risposto tanti sonori "no" a questi cambiamenti. Certo, c’è stata qualche timida apertura dentro FI: anche la capogruppo, Annamaria Bernini, era disponibile a trovare punti d’incontro, come pure la pasionaria dei diritti Lgbt+ Monica Cirinnà, ma alla fine l’accordo è saltato, rendendo vano il tentativo della capogruppo di Iv alla Camera, Maria Elena Boschi: "Se domani (oggi, ndr) si vota lo Zan, il provvedimento rischia di essere affossato per sempre. Facciamo un appello al buon senso e chiediamo di fare modifiche condivise. Chi vuole affossare la legge si prenda le sue responsabilità".

Con ogni probabilità andrà proprio così. Oggi, nell’Aula del Senato, prima di procedere all’esame dell’articolato del ddl Zan, verranno messe ai voti le “sospensive“. Ma che cos’è una sospensiva? È una trappola, o tagliola, regolamentare ma perfettamente lecita e che si vota se richiesto a scrutinio segreto. In pratica, si chiede all’Aula di "sospendere" l’esame di una legge e rispedirlo in commissione. La sospensiva, prevista dal Regolamento (art. 93), va votata, se richiesta da almeno 20 senatori (art. 113), ed è preclusiva del voto sugli articoli. Inoltre, quella stessa proposta di legge non può più essere esaminata dall’Aula per altri sei mesi. In pratica, per lo Zan, se ne riparlerebbe a maggio del… 2022. Presentata dal mago di Regolamenti Roberto Calderoli (Lega), la sospensiva è un treno che non si può fermare, a meno che i partiti che la presentano (Lega e Fd’I) non la ritirino. Zan aveva posto come "preclusivo" proprio il ritiro, ma Lega e Fd’I non hanno tolto la pistola dal tavolo e la mediazione in corner di Iv è fallita. Dopo l’esplicita richiesta del segretario Pd Letta che domenica aveva chiesto una trattativa, consapevole che, appunto, "non ci sono i numeri", lunedì il deputato e "padre" delle legge Alessandro Zan aveva aperto un tavolo di mediazione politico con gli altri partiti. Ma nel gruppo dem al Senato, l’aver affidato la mediazione a Zan, di suo poco propenso a mediazioni, non l’hanno presa bene; i senatori si sono sentiti scavalcati (da Letta). Anche Ostellari (Lega), nella sua commissione, ha aperto un tavolo tecnico. Risultati zero, o quasi. M5s e LeU si sono rifiutati di partecipare e il dialogo tra Pd-M5s e destra non è mai partito. Oggi, dunque, salvo miracoli dell’ultima ora "Zan" dovrebbe andare ‘sotto’. Nel Pd, sono convinti che col voto segreto alcuni azzurri voteranno con loro. Inoltre, dal Nazareno si chiede una prova d’amore a Iv. Partito da cui assicurano che "noi voteremo con il Pd, contro la sospensiva", ma dall’altro lato sostengono che "è il Pd che vuole vedere lo Zan affossato per poi incolpare noi".