Scala il grattacielo per un selfie. Pubblica il video, poi precipita

Free climber cinese 26enne muore cadendo da un edificio di 62 piani

Wu Yong Ning in una delle sue imprese ad alta quota

Wu Yong Ning in una delle sue imprese ad alta quota

Roma, 12 dicembre 2017 - Pochi attimi per ritrovarsi sfracellato ai piedi di un grattacielo. Oltre un mese per essere celebrato o compatito in rete. Ci deve essere più di un cortocorcuito nella contemporaneità sociale, se le esequie mediatiche di Wu Yong Ning, famoso free climber cinese, avvengono con ritardo antico. Con la forza di gravità che batte la fibra.

CI SONO ‘CLIC’ dai quali non si torna vivi. E l’8 novembre di Wu piomba come una lapide sulla comunità segreta dell’acciaio e cristallo, mani prensili e snodate pronte a scalare il cielo. Il re dei selfie metropolitani caduto da un edificio di 62 piani sperimenta – post mortem – l’insensatezza di una vita attaccata a un bastone da autoscatto lungo come una pertica da equilibrista. Sono stati i fan, a digiuno di imprese spericolate, a chiedersi dove fosse finito il loro idolo dopo l’ultimo appassionante video. E la fidanzata ha dovuto ammettere l’amara verità: postata l’impresa, Wu è precipitato. Secondo i media asiatici, citati dalla Bbc , il 26enne cinese sarebbe caduto da un grattacielo di Changsha mentre stava partecipando a una sfida clandestina con in palio 100mila yuan. Ovvero la miseria di 13.000 euro, una cifra non pazzesca anche secondo i canoni orientali. «Aveva pianificato di chiedere alla fidanzata di sposarlo», lo giustifica uno zio acquisito dalle colonne del South China Morning Post . Secondo altre fonti, «aveva bisogno di soldi sia per il matrimonio sia per le cure della madre malata». Ora due donne piangono. E con loro si disperano gli esteti del rooftopping . Quella funambolica agilità di Wu – e di quelli come Wu – di fissare l’attimo fuggente: il momento unico e irripetibile in cui il corpo si fa prolungamento della città nel suo spazio più sottile. Il selfie o il video estremo eletti a traguardo di vita.

IN RETE due partiti: gli afflitti da mouse ossessivo-compulsivo che piangono il campione senza limiti se non quello della morte; l’anonima carogna – in estensione giudicante – pronta a sbeffeggiare la vittima in frantumi. Il collega Charlie_7U, nel postare una foto insieme allo scomparso, critica Wu per l’eccesso di esibizionismo: «È andato un po’ troppo oltre, sempre cercando cose che erano al di là della sua abilità», è il rimbrotto con vanteria finale: «L’ho anche salvato una volta». Da allora, ognuno sul suo grattacielo. «Abbiamo smesso di arrampicare insieme», sottolinea il puntiglioso Charlie, senza spiegare tecnicamente il suo dissenso di monaco in ascesa, ligio a chissà quale altra filosofia o scuola di pensiero cosmico. In rete scorrono i video di Wu che scavalca balaustre e le usa come sbarre per bicipiti, sospeso a centinaia di metri di altezza, mentre il suo codino dondola nel vuoto. Esistenze da vertigini. Suicidi non programmati ma certo accarezzati. Per la consegna ai posteri via telefonino.