Sabato 20 Aprile 2024

Muore per Covid a 33 anni, aspettava un bimbo

Salerno, la ragazza aveva già una bambina di tre anni. Il dolore del marito, ex calciatore della Nocerina: "Lei era la mia roccia"

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di Nino Femiani

"Non è giusto che una donna di 33 anni, mamma di una bambina di tre anni e in attesa di un altro bambino, muoia in questo modo". Nocera Inferiore, nel Salernitano, piange Veronica Stile, penalista giovane e brillante, morta di Covid e per complicanze ematologiche. Sembra infatti che l’avvocatessa soffrisse anche di piastrinopenia (una quantità di piastrine nel sangue inferiore a 150.000 per microlitro nel sangue), forse complice il suo stato di gravidanza. La sua morte repentina, insieme a quello del bimbo che aveva in grembo, lascia sgomenta un’intera comunità che si raduna intorno alla famiglia per l’estremo omaggio al cimitero di Nocera, mentre il sindaco Manlio Torquato proclama il lutto cittadino.

L’evoluzione della sua malattia è repentina. Veronica si sente male martedì mentre è a casa, e

scopre di essere positiva al Covid. Il marito Rosario Stanzione – ex calciatore della Nocerina e di altre squadre della galassia di Lega Pro, oggi brillante imprenditore di e-commerce – chiama il 118 che la ricovera al Policlinico di Napoli, anche per la delicatezza delle sue condizioni: è al quarto mese di gravidanza, e soffre di trombocitopenia, quindi ha problemi di coagulazione. Veronica sembra giovarsi delle prime cure, migliora, suo marito si tranquillizza, poi di colpo, giovedì notte, il peggioramento e il decesso.

"Non saprei dire ora quanto il Covid c’entri in questa tragedia. Ma qualunque causa non spiega e non rende accettabile che una ragazza bellissima, sbocciata alla vita e portatrice con sé di altra vita, possa spegnersi così. Non saprei avere altre parole, adesso", dice affranto il sindaco. Si tratta di capire se Veronica è una delle 1.400 vittime della pandemia in Campania o se su di essa si è abbattuta anche la scure di un’assistenza precaria che ha portato la sanità campana a salire sulle montagne russe, tra eccellenze e malasanità. Certo la comunità nocerina è in lacrime e non sa spiegarsi come una donna giovane possa finire in questo modo. Veronica era conosciutissima anche per le attività di sostegno alle associazioni che sostengono gli ammalati con patologie ematologiche. In particolare aveva appoggiato l’impegno del marito Rosario a creare un ‘futsal park’ intitolato ad Andrea Fortunato, il calciatore salernitano, un passato nella Juventus e nella Nazionale, morto a 24 anni per le conseguenze di una leucemia fulminante.

Oltre a sostenere la battaglia per la proposta di legge sul passaporto ematico. "Una donna gentile, una moglie innamorata, una mamma premurosa, una professionista impegnata: non ha avuto nemmeno la possibilità di morire tra le braccia di suo marito sposato solo tre anni fa", dicono i suoi amici. Affranto Rosario che dopo 180 gare ufficiali ha appeso le scarpe al chiodo e si è dedicato agli affari. Grazie a una brillante intuizione, si è imposto a livello europeo con la vendita on line di ricambi per telefonini. Insieme a un amico e socio ha costituito "Vendilo", una società che oggi dà lavoro a diversi giovani. "Veronica è stata la mia roccia, niente sarà più come prima", dice al termine del funerale.