Venerdì 19 Aprile 2024

Movimento in tilt, Beppe finisce sotto processo

Cresce la fronda contro il comico: "Ha fatto troppi errori". Oltre al vincolo dei due mandati, con Conte c’è disaccordo su Draghi

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di Elena G. Polidori

Quante sono le truppe di Giuseppe Conte? In queste ore di attesa, nelle quali si rincorrono le voci più disparate sul futuro non tanto dell’ex premier, quanto del partito di maggioranza relativa che sostiene il governo Draghi, nelle Camere si fanno i conti su quanti parlamentari, in caso di rottura conclamata, potrebbero confluire nel nuovo partito dell’avvocato del popolo. E non sono pochi, soprattutto al Senato.

Conte come conditio sine qua non chiede ampi poteri da capo politico: "Conte ha fatto una proposta – ha raccontato ieri Tancredi Turco, senatore, tra i più vicini all’ex premier – e su quella proposta c’è una discussione. Questi obiettivi devono comportare cambiamenti radicali rispetto al passato, altrimenti è solo un restyling di facciata". Ma intanto, nei conciliaboli di queste ore all’interno delle truppe parlamentari contiane è già partito il processo contro Grillo, additato come colpevole dello stallo. "Beppe ha inanellato una serie clamorosa di errori, ed è il pensiero di molti qui a Palazzo Madama", si sfogava ieri una senatrice. Si vocifera addirittura di un documento, che diversi gruppi di portavoce locali starebbero preparando con lo scopo di manifestare nei confronti dell’Elevato delusione e sconcerto per la situazione venutasi a creare.

Insomma, la base litiga esattamente come fanno i "capi". Conte parlerà domani. Molla, non molla? I pontieri sono al lavoro, per primo Luigi Di Maio che anche ieri si è speso (non solo con dichiarazioni esterne) per cercare di mediare tra due persone che non vogliono assolutamente indietreggiare di un passo. Conte, addirittura, vorrebbe le "scuse pubbliche", cosa che in politica è piuttosto bizzarra da pretendere, ma in questo caso c’è chi – dalla parte di Conte – parla di "tradimento" delle intese che erano state raggiunte con Grillo e chi, dall’altra, vede in Conte comunque un usurpatore, un o che sta tentando di "sotterrare la storia, snaturando il Movimento".

Visioni contrapposte, fin troppo per poterle pensare conciliabili, ma intanto prosegue la moral suasion dei pontieri mentre, come sempre, il fondatore ha fatto la sua voce dal blog, con il consueto messaggio criptico, condito di citazioni di Spinoza e Schopenhauer e dal titolo tutto da decifrate: "Siamo davvero liberi di decidere?".

La cronaca, più prosaicamente, ci racconta di un Grillo e di un Conte che ieri non si sono sentiti e c’è chi giura che domani l’ex premier sia pronto a lasciare Grillo "con il cerino in mano", ormai stanco dell’atteggiamento del comico che "prima gli ha affidato in mano il progetto di rilancio – raccontava ieri una autorevole fonte interna – poi si è inabissato quando c’è stato da gestire la questione Casaleggio e quindi è riemerso solo per stroncare il suo progetto". Sul tavolo restano poi due temi importanti. Il primo sarebbe la diversità di vedute tra Conte e Grillo sul sostegno a Draghi (con il secondo più favorevole) e poi c’è il tetto dei due mandati: Grillo ha annunciato che voteranno gli iscritti, ma la questione resta un nodo non sciolto. Aspettando che Conte indichi la strada che vuole seguire.