Giovedì 18 Aprile 2024

Movida violenta e coprifuoco per i ragazzini

Viviana

Ponchia

Movida e coprifuoco, parole agli antipodi della notte. Una triste come veglione, ma almeno viva. L’altra scesa da dimensioni lontane come la guerra per debordare sulle strade dove si muore in tempo di pace. È successo in fretta: il buio ospitale è sparito, si è trasformato in trincea. Avevamo familiarizzato con il lockdown però non è la stessa cosa. Angela Alsobrooks, capa di una contea americana del Maryland, ha appena preso l’incredibile decisione di chiudere in casa gli adolescenti dopo le dieci di sera perché fuori rischiano la vita. Se è per questo la rischiano anche a scuola di giorno, territorio prediletto dagli squinternati con il fucile, ma chiudere anche quella non si può.

Dal prossimo fine settimana e per un mese, chi ha meno di 17 anni e abita nella contea Prince George nel Maryland dopo una certa ora non può nemmeno andare a buttare la spazzatura. La misura draconiana è stata decisa dopo il weekend di festa e di follia del Labor Day: almeno quattro persone sono state uccise da armi da fuoco e una era un quindicenne di Washington. Un suo coetaneo è in condizioni critiche, una bambina resta ricoverata in ospedale. Solo ad agosto la polizia locale ha indagato su 24 omicidi. Ma vogliamo parlare del mese prima? Degli attacchi alle parate del 4 luglio? Sei morti e 31 feriti a Chicago, due poliziotti colpiti da proiettili a Philadelphia. "La violenza della armi è un’epidemia che non rinuncio a combattere" ripete il presidente Biden. Intanto è fuori controllo e nel Maryland si corre ai ripari per frenare gli attacchi delle baby gang: i ragazzi stanno a casa dalle 22 alle 5 di mattina da domenica e giovedì, venerdì e sabato possono tirare fino a un minuto prima di mezzanotte ma non oltre, altrimenti multa.

La movida, quella vera, era nata in Spagna dopo la caduta della dittatura quando i giovani si ripresero la notte rubata dai poliziotti franchisti. Oggi la storia si riavvolge su se stessa.