Giovedì 18 Aprile 2024

Mottarone, segnalò problemi già nel 2019: ex tecnico minacciato di licenziamento

Depositata la testimonianza di un ex dipendente: "In una foto della cabina 3 forchettoni inseriti anche 2 anni prima dell'incidente"

 Mottarone: al via l'11 ottobre la rimozione della cabina precipitata (Ansa)

Mottarone: al via l'11 ottobre la rimozione della cabina precipitata (Ansa)

Roma, 29 settembre 2019 - Già nel 2019 erano stati segnalati problemi tecnici alla funivia del Mottarone ma l'ex dipendente che li ha comunicati è stato minacciato di licienziamento. È quanto ha riferito proprio quell'ex tecnico che si era accorto dei malfunzionamenti, Stefano Carlo Gandini, agli inquirenti che indagano sulla sciagura dello scorso maggio, costata la vita a 14 persone. Gandini si è presentato alla polizia giudiziaria della procura di Verbania il 7 giugno e ha consegnato un file audio con alcune conversazioni, anche una foto della cabina 3, quella precipitata lo scorso 23 maggio, "con Tadini (Gabriele, il capo servizio dell'impianto della funivia, ndr) e forchettoni inseriti (anno 2019)", foto e video del giro di prova all'interno della cabina e "documentazione fotografica centralina impianto frenante (27 maggio 2019)", impianto sotto la lente degli esperti.

Ed è questo l'asso che la procura di Verbania ha giocato davanti ai giudici del tribunale del riesame di Torino, dove ha insistito per l'arresto di Luigi Nerini, gestore dell'impianto, e del direttore di esercizio Enrico Perocchio, scarcerati dal gip Donatella Banci Buonamici per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza.

L'ex dipendente ha raccontato che nel maggio del 2019 notò delle noie alla cabina 3, quella precipitata. Inconvenienti a un discriminatore e perdite di olio dalla centralina dei freni. Ne parlò ai superiori e il caso fu segnalato al caposervizio, Gabriele Tadini (l'unico indagato agli arresti domiciliari). "Nelle registrazioni - ha fatto mettere a verbale - si sente anche Nerini intervenire nel suo ufficio ove ha minacciato di licenziarmi". Il giorno seguente Tadini gli disse di "stare tranquillo, 'tanto la funivia non cade'". "Ad agosto - conclude Gandini - trovai un nuovo lavoro e preferii licenziarmi".  Stefano Carlo Gandini, assunto nel dicembre 2017 e a lavoro nell'impianto fino al 2019, aveva come "diretto superiore Gabriele Tadini".

L'episodio non è connesso con l'incidente del 23 maggio 2021, anche se a precipitare, quel giorno, fu proprio una cabina contrassegnata con il numero 3. Ma secondo gli inquirenti potrebbe fare chiarezza sul grado di consapevolezza di tutti gli indagati e sul modo in cui si affrontavano i problemi. La lettura della difesa è diametralmente opposta: dalla deposizione di Gandini (e di altri suoi ex colleghi) si ricava che molte deleghe erano state affidate dai vertici a Tadini, e che il personale si atteneva alle regole imposte da lui. "Attendiamo la decisione dei giudici con serenità e non è una frase fatta", dice l'avvocato di Perocchio, Andrea Da Prato.