Martedì 23 Aprile 2024

Mosca senza vergogna: fake news Ma Biden vuole processare Putin

Il presidente Usa: "Ora il mondo sa che avevo ragione, è un criminale". Zelensky sui luoghi del massacro

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di Alessandro Farruggia

Il genocidio di Bucha non può restare impunito. I macellai devono pagare. Lo ha gridato al mondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky salito ieri nella città martire per testimoniare la sua vicinanza alle vittime e la promessa che nulla resterà impunito. Lo dicono il mondo libero, l’Ue e Biden in primis. E della strage di civili si parlerà oggi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, cui si collegherà per un discorso anche Zelensky. "Sono stato criticato – ha detto il presidente degli Stati Uniti – per avere chiamato Putin un criminale di guerra. Abbiamo visto cosa è successo a Bucha, e questo conferma che è un criminale di guerra. Dobbiamo raccogliere tutte le informazioni a riguardo e continuare a fornire armi all’Ucraina per proseguire la lotta affinché possiamo avere tutti i dati e andare avanti con un processo per crimini di guerra". La Casa Bianca specifica di "non avere prove che si tratti di genocidio". Così il presidente Sergio Mattarella: "Provocare una strage di cittadini inermi costituisce un crimine contro l’umanità".

Pronta la replica di Mosca. Nega l’evidenza e rilancia la palla nel campo avverso cercando di bilanciare i propri crimini con quelli altrui, veri o presunti. Il Cremlino usa la retorica. "Il presidente Biden chiede un processo per crimini di guerra? – ha replicato la aggressiva portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova –. Ottima idea: che inizino con i bombardamenti della Jugoslavia e l’occupazione dell’Iraq. Non appena finiranno, potranno passare subito ai bombardamenti nucleari del Giappone". "Le immagini di civili uccisi nella città ucraina di Bucha sono una messinscena allestita dagli ucraini dopo il ritiro delle truppe russe il 30 marzo" ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov che ha promesso che i "presenteranno materiale che prova che abbiamo ragione". Al momento, però, è dagli Usa che arrivano le prove fotografiche che i russi erano ancora a Bucha quando è stato perpetrato il massacro.

Per vedere coi suoi occhi il massacro dei civili, il presidente ucraino si è recato ieri a Bucha, ha visto le strade teatro della strage, ha visitato l’ospedale, parlato coi sopravvissuti. "Questi – ha affermato Volodymyr Zelensky – sono crimini di guerra e saranno riconosciuti dal mondo come un genocidio. Sappiamo che migliaia di persone sono state uccise e torturate con amputazioni, che le donne sono state stuprate e che sono stati assassinati bambini. È un genocidio e come tale andrà riconosciuto. Faremo la massima pressione. Non ci fermeremo neanche un minuto finché non troveremo tutti i criminali". "Si tratta di una questione di vita, di morte e di tortura", ha continuato Zelensky, avvertendo che "se non troviamo una soluzione civile, il popolo ucraino troverà una soluzione non civile".

Zelensky ha definito le forze armate russe "assassini, torturatori, stupratori, saccheggiatori" e poi, rivolgendosi alle madri dei soldati russi e facendo riferimento a quanto avvenuto a Bucha, ha aggiunto: "Anche se avete cresciuto dei saccheggiatori, come possono essere diventati anche dei macellai? Hanno ucciso deliberatamente e con soddisfazione". Il presidente ucraino ha ribadito però che i fatti di Bucha non devono congelare il negoziato di pace. A un’esplicita domanda in questo senso della Bbc, Zelensky non ha mostrato esitazioni: "Sì, continueremo le trattative, perché l’Ucraina deve avere la pace. Ma più a lungo la Russia ritarda i lavori, peggio è per loro". "Le efferatezze attribuite alle forze russe a Bucha – dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba – sono solo la punta dell’iceberg, a Mariupol la situazione è anche peggiore".

Con Kiev ora più che mai c’è l’Europa, pronta a inviare i suoi investigatori per indagare sui crimini di guerra russi. A nome dell’Ue, l’Alto rappresentante Josep Borrell ha definito le atrocità degli occupanti russi "il vero volto della guerra scatenata dal Cremlino" contro l’Ucraina e ha assicurato che tutti i responsabili verranno assicurati alla giustizia. "La stanza della tortura a Bucha – ha attaccato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – è una vergogna mondiale. A Bucha sono stati commessi orrori contro il popolo ucraino, contro civili indifesi. L’Italia garantirà ogni necessario supporto alla Corte Penale Internazionale per l’accertamento di questi crimini e dei loro responsabili".