Mosca riduce il gas, il prezzo vola. La Ue avverte: "Non pagate in rubli"

Snam ha firmato un protocollo d’intesa con la spagnola Enagas per un gasdotto tra Italia e Spagna

Un esperto forense ucraino esamina il corpo di un soldato russo

Un esperto forense ucraino esamina il corpo di un soldato russo

La guerra del gas all’Europa è cominciata. Il mercato aveva appena incassato il colpo dello stop all’export di gas russo attraverso uno dei rubinetti ucraini, che Gazprom ha annunciato ieri il blocco delle forniture attraverso la Polonia, mandando i prezzi europei alle stelle. All’hub olandese Ttf le quotazioni hanno chiuso ieri sera in rialzo del 10,8% a 104,2 euro a megawattora, dopo essere balzate fino a 109 euro durante la giornata. Il blocco dipende dalle sanzioni imposte dal Cremlino a una trentina di compagnie energetiche occidentali, fra cui l’azienda proprietaria della sezione polacca del gasdotto Yamal che porta il gas in Germania. Gli operatori hanno inoltre segnalato un calo di un terzo delle forniture di gas russo all’Europa attraverso un importante gasdotto ucraino, per il secondo giorno consecutivo. L’Ucraina afferma che da due giorni il transito del gas attraverso le strutture presenti nella regione di Lugansk non è possibile a causa della presenza delle forze armate russe. La reazione del vicecancelliere tedesco Robert Habeck è stato molto duro: ha esplicitamente accusato la Russia di usare l’energia "come un’arma".

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Bruxelles, da parte sua, ha ribadito che il pagamento in rubli viola le sanzioni. "La Banca centrale russa è soggetta a sanzioni dell’Ue e la nostra posizione è che usare questo metodo di pagamento del gas in rubli sarebbe una violazione di queste sanzioni", ha ricordato il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie. "La presidente della Commissione lo ha detto chiaramente e la commissaria Simson lo ha detto chiaramente. Continueremo a dialogare con gli Stati membri per spiegare la situazione e le linee guida", ha aggiunto.

La Commissione sta elaborando un piano da 200 miliardi, RePowerEu, per fronteggiare l’emergenza. Passaggio importante, per il quale si batte il governo Draghi, è la previsione di un tetto al prezzo del gas, ma solo nel caso di "un’interruzione improvvisa su larga scala o totale delle forniture di gas russo". Si parla anche di un "razionamento coordinato" sulla base del principio di solidarietà, nel caso di un’interruzione improvvisa totale o parziale delle forniture. Per principio di solidarietà, spiega la Commissione, s’intende "una riduzione della domanda di gas negli Stati membri meno colpiti, a vantaggio di quelli più colpiti".

In Italia, intanto, si prosegue con le aste di stoccaggio per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Ue e cioè riempire i depositi quasi al massimo. I tredici serbatoi italiani attualmente sono pieni al 42 per cento della capacità totale (18 miliardi di metri cubi) e dall’inizio di maggio, grazie anche all’incentivo dell’Authority, si sta procedendo a un ritmo di oltre 90 milioni di metri cubi di gas al giorno.

Snam, da parte sua, gioca la carta spagnola per ridurre la dipendenza dal gas russo, firmando un protocollo d’intesa con la spagnola Enagas per studiare la fattibilità di un gasdotto sottomarino tra la Spagna e Italia, con una capacità "tra i 15 e i 30 miliardi di metri cubi", ha annunciato il nuovo ad delegato Stefano Venier. Sulla Spagna, oltre che Snam, ha messo gli occhi la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. In una recente visita a Barcellona ha avuto modo di constatare che la Spagna è il Paese europeo con "la maggior capacità di rigassificazione in Europa" ed è ormai "il centro di distribuzione princiaple del gas naturale liquefatto proveniente dall’Africa e dall’America". Per questo, secondo von Der Leyen, il progetto MidCat, il gasdotto che collega la Penisola Iberica con la Francia attraverso i Pirenei, "è strategico". Con il nuovo MidCat il flusso di 7 miliardi di metri cubi l’anno dalla Spagna alla Francia è destinato a raddoppiare.