Mercoledì 24 Aprile 2024

Mosca ordina il ritiro da Kherson Spiraglio per i negoziati di pace

Kiev cauta, ma il Cremlino conferma: "Pronti a trattare". E Sean Penn porta il premio Oscar a Zelensky

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di Alessandro Farruggia

Kherson, addio. Il ministero della Difesa russo ha ordinato il ritiro dal solo capoluogo regionale conquistato nell’operazione militare speciale e si attesteranno sull’altro lato del fiume Dnepr. Dopo la ritirata da tutto il nord e la perdita della parte orientale della provincia di Kharkiv, i russi si ritireranno anche da Kherson.

Putin ottiene un’altra sconfitta bruciante, che accantona per sempre l’ambizione (irrealistica da molti mesi) di prendere Mikolayev ed Odessa e ricongiugersi con la Trasnistria. È stato il ministro della Difesa Sergei Shoigu in persona a ordinare l’inizio del ritiro delle forze militari "accogliendo la proposta del comandante delle forze russe in Ucraina, Sergei Surovikin". "Procedete con il ritiro delle truppe oltre il fiume Dnepr", ha ordinato Shoigu, teatralmente ripreso dalle telecamere.

"Garantire i rifornimenti era diventato molto difficile, resistere non aveva senso. La decisione di ripiegare sulla riva orientale del Dnepr non è facile, ma allo stesso tempo salveremo la vita di nostri militari e l’efficacia in combattimento delle truppe – ha spiegato il generale Surovikin –. La manovra sarà effettuata nel prossimo futuro". Non tutti erano d’accordo. Ieri Il vice governatore dell’amministrazione filorussa di Kherson, Kirill Stremousov, è rimasto ucciso in un incidente stradale, che forse non è tale. La notizia della morte di Stremousov arriva infatti poco dopo che il vice capo gabinetto del Cremlino Sergei Kiryenko aveva dato l’ordine di limitare la presenza del vice governatore di Kherson in televisione. Detto, fatto.

A riprova che la decisione di ritirarsi viene da Putin, anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov, pretoriano del Cremlino, ha sostenuto la bontà della scelta, dicendo che "dopo aver valutato i pro e i contro, il generale ha preso una decisione difficile, ma corretta. Tutti sapevano che Kherson era un difficile territorio di combattimento sin dai primi giorni dell’operazione speciale".

La mossa ha un senso militare ma – nelle speranze di Mosca – anche poltico-diplomatico. Il Cremlino spera infatti che possa portare gli ucraini ad una trattativa di pace. "La Russia non ha mai rifiutato di condurre negoziati con l’Ucraina ed è ancora pronta a tenerli, tenendo in considerazione la realtà emergente" ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

È possibile che la decisione di ritirare le truppe sia stata presa da Mosca tempo fa, ma è stata rimandata a dopo elezioni del Congresso degli Stati Uniti per non dare a Biden carte vincenti. Adesso, visto anche che i repubblicani non hanno sfondato, Mosca prende atto che con Biden dovrà trattare. Forzare la linea del Dnepr sarà per gli ucraini molto difficile e al Cremlino sperano che questo, magari in estate, possa indurre Kiev a trattare. In realtà è probabile il contrario. La liberazione di Kherson rafforzerà la fiducia delle autorità ucraine nella vittoria, e non aiuterà Kiev ad accettare di scendere a compromessi con Mosca. La scommessa di Putin rischia quindi di essere ancora perdente.

Kiev è ufficialmente cauta. "Non vediamo alcun segno che la Russia stia lasciando Kherson senza combattere" ha detto il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak. L’Ucraina prosegue spedita sulla propria linea e vede crescere la solidarietà occidentale. Ieri l’attore americano Sean Penn ha consegnato il suo Oscar al presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una visita nella capitale Kiev. "Mi sento malissimo. Questo è per te – ha detto Sean Penn, in un video pubblicato sull’account Instagram di Zelensky –. Se so che è qui con te, mi sentirò meglio e più forte per la nostra lotta. Quando vinci, riportalo a Malibu". E Zelensky ha sorriso.