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Roma, 25 gebbraio 2022 - Il generale che in Accademia si laureò col Corso Drago ha le idee molto chiare sull’Ucraina. Vincenzo Camporini, oggi analista dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, è stato capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica. Qual è l’obiettivo finale di Putin? "In un primo momento pensavo volesse solo forzare la mano per dare un segnale alla Nato e costringere l’Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk del 2014. Prevedevano una posizione meno occidentale dell’Ucraina stessa e la garanzia di maggiori poteri alle regioni autonomiste del Donbass. L’accordo, secondo Putin, non è stato del tutto rispettato". Quindi un cambio di rotta con l’invasione? "Ora la Russia punta probabilmente a indebolire e fiaccare l’Ucraina colpendo soprattutto le installazioni militari per poi arrivare a insediare un governo amico e filorusso". Con che aspettative? "Ormai è evidente: scongiurare l’adesione alla Nato e limitare ulteriormente i confini dell’Alleanza atlantica". Potrebbe avere già pronti i nomi di un governo collaborazionista? "È possibile, ma non sarebbe difficile allestirlo successivamente. Gli opportunisti si trovano sempre e facilmente". L’Occidente teme che possa occupare tutta l’Ucraina. "Lo vedo come un obiettivo difficile da raggiungere e da mantenere per i costi e le difficoltà a controllare poi un territorio così vasto. Putin si infilerebbe in un pericoloso scenario di guerriglia, un nuovo Afghanistan". Perché? "Gli ucraini sono storicamente antirussi. Nel 1920 qui aveva basi l’Armata bianca. Stalin poi negli anni Trenta sterminò per fame 4 milioni di ucraini e ne deportò 8 milioni. Non è un caso che durante la Seconda guerra mondiale l’Ucraina abbia fornito reparti alla Wehrmacht nazista. Come non è un caso che fino agli anni Cinquanta in quelle terre furono attivi gruppi di guerriglieri antisovietici". La capacità di difesa di Kiev? "Modesta rispetto al poderoso apparato militare russo. Ha ricevuto aiuti ...
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