Venerdì 19 Aprile 2024

Mosca arresta il campione "Non giocherai in America"

La Russia accusa di diserzione il portiere di hockey del Cska e della nazionale. Costretto ad arruolarsi. Negli Usa avrebbe guadagnato un milione di dollari

di Paolo Grilli

Da stella dello sport nazionale, l’hockey, a disertore. Anzi, peggio: uno che ha osato firmare un ricco contratto per una squadra americana, i Philadelphia Flyers. È l’improvvisa e drammatica parabola di Ivan Fedotov, 25enne portiere russo arrestato venerdì a San Pietroburgo dopo una caccia all’uomo prima che potesse prendere un volo per gli Stati Uniti.

Certi tiri non li puoi parare. Essere titolare della nazionale, con tanto di argento vinto alle ultime Olimpiadi, non tutela dai rigidi schemi del paese che ha invaso l’Ucraina. Fedotov, prima del suo sogno americano maturato appena due mesi fa, ha giocato nell’ultima stagione con il Cska Mosca, trascinandolo anche alla vittoria della lega intercontinentale Khl che raggruppa le squadre professionistiche di Russia, Bielorussia, Cina e Kazakistan. Ed è considerato un militare a tutti gli effetti, essendo il club moscovita proprio quello dell’esercito russo. Ogni risoluzione di contratto da parte di un membro della squadra può quindi essere considerata illegale.

Secondo il quotidiano Fontanaka e il giornale online Baza, è stata la procura militare a richiedere l’arresto del 25enne, scatenando la sua ricerca da parte dei funzionari di polizia e dell’esercito. Ancora più inquietante, un video sui social mostrerebbe il trasferimento di Fedotov in ambulanza dall’ufficio reclutamento in cui era portato dopo l’arresto a un ospedale. E nel filmato si intravede una donna, con tutta probabilità sua madre, mentre viene allontanata a spintoni dal mezzo.

Nessuno può sapere ora cosa possa accadere al campione, che nella prossima stagione negli Stati Uniti avrebbe guadagnato un milione di dollari. Se anche non verrà processato – rischia fino a un anno di reclusione per essere sfuggito all’arruolamento – è pressoché certo che venga spedito direttamente al fronte. Molti considerano l’arresto choc dell’atleta una diretta volontà di Putin, grande appassionato e tutt’ora giocatore di hockey, come testimoniato dalle sue innumerevoli partite sul ghiaccio date in pasto ai media.

Uno smacco inaccettabile, per il presidente russo, che un’altra star della nazionale possa firmare per il nemico, gli Stati Uniti, e dargli lustro col suo talento. Nella scorsa stagione, ben 57 connazionali hanno giocato nella Nhl americana, la massima vetrina mondiale dell’hockey.

Questa guerra, ormai, ha finito per coinvolgere anche lo sport. Lo aveva già dimostrato la vicenda della campionessa Usa di basket Brittney Griner. Sotto processo per presunto possesso di droga in Russia dove è detenuta da metà febbraio, dopo l’arresto mentre tentava di rientrare nel suo paese, è al centro di un caso diplomatico sempre più teso.

Una volta la guerra fredda si combatteva a suon di boicottaggi. Ora sembra esserci un cambio di passo. Il destino di un atleta può essere deciso anche dall’alto. E non solo quello sul campo.