
Papa Francesco aveva 88 anni (Ipp)
Roma, 21 aprile 2025 – Papa Francesco è morto. A due mesi e una settimana dal ricovero al policlinico Gemelli di Roma, il pontefice non ce l'ha fatta. Si è spento oggi, inaspettatamente dopo che ieri, nel giorno di Pasqua, aveva attraversato la folla di San Pietro in jeep e si era affacciato alla finestra per la benedizione Urbi et Orbi.
Lo ha annunziato il cardinale Kevin Farrell con queste parole: "Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7,35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
La malattia e il ricovero
Francesco aveva 88 anni, dodici dei quali spesi sul soglio di San Pietro, come vescovo di Roma, massima guida della Chiesa cattolica, vicario di Cristo in Terra.
Jorge Maria Bergoglio, il suo nome di battesimo, era entrato in ospedale il 14 febbraio con i sintomi di una bronchite asmatica. I medici avevano riscontrato subito un quadro clinico complesso dovuto a un'infezione polimicrobica. Una tac aveva poi permesso di diagnosticare una polmonite bilaterale per cui l’equipe medica aveva deciso un protocollo terapeutico basato su antibiotici e cortisonici.
Le sue condizioni si sono aggravate una prima volta il 22 febbraio quando Papa Francesco, che già da giovane aveva subito l’asportazione di un pezzo di polmone, ha avuto una crisi asmatica prolungata. Per aiutarlo a respirare i medici gli avevano applicato le cannule per l’ossigenoterapia. Di notte dormiva con la mascherina. Contemporaneamente gli esami del sangue avevano evidenziato una piastrinopenia (cioè un basso livello di piastrine nel sangue) associata a un’anemia per cui si era resa necessaria una trasfusione. Da quel momento il suo stato di salute era stato definito critico, la prognosi riservata, nonostante Francesco fosse vigile.
La morte
Un’altra volta Francesco ha rischiato la vita al Gemelli. La situazione si è poi stabilizzata. In tutti i giorni del lungo ricovero, Bergoglio non ha mai perso il suo proverbiale buon umore, e ha continuato quando possibile a lavorare. Finché le sue condizioni, migliorate giorno dopo giorno, non hanno permesso le dimissioni. Era il 22 marzo, un mese fa.
Il professor Sergio Alfieri, capo dell'equipe medica che aveva in cura il Pontefice al Gemelli e il dottor Luigi Carbone, referente medico vaticano, erano stati chiari fin dai primi giorni nel ribadire che Bergoglio non era fuori pericolo. “Basta pochissimo per uno squilibrio”. Del resto, anche dopo le dimissioni, la polmonite non era guarita del tutto. Restava l’insufficienza respiratoria, come dimostra la presenza dei naselli per l’ossigeno in alcune delle sue ultime apparizione. E le ultime immagini del Papa in carrozzina, il volto contratto e spento, tradivano i sintomi di un fisico compromesso. Che sia stata un episodio cerebrale (come un ictus) o cardiaco, in ogni caso quell’equilibrio fragile oggi si è rotto.