Martedì 16 Aprile 2024

Morto il clochard dei piccioni Storia d’amore e solitudine

Migration

PARIGI

È morto come muoiono i piccioni. Martedì scorso si è messo in un angolo, al riparo dagli sguardi, è ha aspettato che arrivasse la sua ora. Spigoloso, curvo, malandato. Per tutti, dalle parti del Beaubourg, dove stava parcheggiato il suo furgoncino bianco, Giuseppe Belvedere era Monsieur Pigeon, il clochard italiano amico degli uccelli. Venerato dagli animalisti e dai romantici, detestato dai parigini schizzinosi che lo accusavano di contribuire alla trasandatezza della città, a 76 anni si portava sulle spalle millenni di solitudine e briciole per le creature che sfamava con ostinazione.

Era diventato la statua semovente ricoperta di piume che tutti si aspettavano di incrociare per una foto indimenticabile dalle parti del Marais, altro che Giovanna d’Arco a cavallo. Commercialista finito in rovina, sfrattato, marito e padre di due figli persi negli anni, con gli uomini non parlava più. Non si fidava. Come un Nietzsche da marciapiedi metteva a bilancio le delusioni ricevute dai suoi simili e l’attaccamento delle bestie, per quanto interessato. La sua scelta era definitiva: "Possano guidarmi i mei animali". Era convinto che il mondo avesse perso la sua anima. E si era rifugiato dentro una favola metropolitana per dedicarsi a quelli che continuava a considerare messaggeri di un altrove vivibile, non gli odiatissimi pennuti poco tollerati dai cittadini e dall’amministrazione. Il regista Antonio Prata gli ha dedicato un documentario. Nei giorni degli attentati al Bataclan si è innamorato di qualche scatto in bianco e nero dove il partigiano dell’umanità perduta, ruvido e sdentato, alzava le braccia sulle rovine per guidare le sue truppe verso la salvezza. Un uomo completamente ricoperto di piccioni – ricorda – dove la cura per gli animali rivelava il suo essere stato padre e marito e anche un po’ artista, se è vero che ogni artista ha un’ossessione. Nel gesto antico della semina Prata rivide il mondo contadino dei suoi nonni, in quell’essere fuori da tutto la storia dei genitori immigrati in Svizzera. "Monsieur Pigeon" ha un’unica scena girata in interni dove Giuseppe sembra aprirsi con rassegnazione. E dice che se non si fa niente mai niente cambierà, accenna senza entusiasmo alla famiglia. Nessuna indulgenza, nemmeno per sé, travolto dalla missione contro il disprezzo condiviso da piccioni e barboni e dalla certezza di una resa impossibile.

Viviana Ponchia