La machiavellica strategia che i giapponesi hanno messo a punto per contenere il Covid-19 è stata quella di continuare a fare quello che avevano sempre fatto: indossare la mascherina. I numeri parlano chiaro. Da quando è scoppiata la pandemia, ci sono state 416.154 infezioni (come il record in un giorno solo di nuovi malati negli Usa) e 6.966 morti. La popolazione, come in Italia, ha un grande numero di anziani. Eppure il raffronto è impietoso. Da noi ci sono stati quasi 2,7 milioni di casi e i decessi sono stati 93.835. A difendere il Sol Levante dalla pandemia sono state soprattutto la cultura e la tradizione. I giapponesi sono abituati da secoli (i primi a farlo furono i minatori durante il periodo Edo) a indossare la mascherina per proteggersi l’un l’altro dalle influenze stagionali. Ben prima dell’epidemia, bastava prendere un treno o una metro per vedere tantissime persone con il viso protetto da un dispositivo chirurgico. E quando il Sars-Cov-2 è arrivato, ha trovato pane per i suoi denti. "Il governo ha sbagliato quasi tutto, non incentivando il distanziamento sociale, lasciando i karaoke aperti e non mettendo alcun limite di passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico. Ma i giapponesi – spiega Jeremy Howard, ricercatore dell’università di San Francisco che si è specializzato sull’efficacia dei dispositivi di protezione, al New York Times – hanno fatto l’unica cosa giusta: indossare le mascherine". E così anche l’ondata peggiore, che ha morso il Paese tra dicembre e gennaio, quando ci sono stati fino a 7mila casi al giorno, è stata superata. Anche perché lo stigma sociale che si abbatte su chi non rispetta le regole e mette in pericolo la collettività è enorme. In un terra dove si aspetta pazientemente in fila il bus alla fermata (per rispettare chi è arrivato prima), non indossare ...
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