Martedì 16 Aprile 2024

Morti e contagi, Giappone mai in emergenza. Segreto: un antivirus chiamato mascherina

Il numero di malati dall’inizio della pandemia è come quello di un solo giorno negli Usa. Decisiva l’abitudine di coprirsi il viso. Per chi non rispetta le regole scatta la condanna sociale. Gli scienziati: "Il governo ha sbagliato tutto, i cittadini hanno rimediato"

Un gruppo di ragazze giapponesi col tradizionale kimono e la mascherina (Ansa)

Un gruppo di ragazze giapponesi col tradizionale kimono e la mascherina (Ansa)

La machiavellica strategia che i giapponesi hanno messo a punto per contenere il Covid-19 è stata quella di continuare a fare quello che avevano sempre fatto: indossare la mascherina. I numeri parlano chiaro. Da quando è scoppiata la pandemia, ci sono state 416.154 infezioni (come il record in un giorno solo di nuovi malati negli Usa) e 6.966 morti. La popolazione, come in Italia, ha un grande numero di anziani. Eppure il raffronto è impietoso. Da noi ci sono stati quasi 2,7 milioni di casi e i decessi sono stati 93.835. A difendere il Sol Levante dalla pandemia sono state soprattutto la cultura e la tradizione. I giapponesi sono abituati da secoli (i primi a farlo furono i minatori durante il periodo Edo) a indossare la mascherina per proteggersi l’un l’altro dalle influenze stagionali. Ben prima dell’epidemia, bastava prendere un treno o una metro per vedere tantissime persone con il viso protetto da un dispositivo chirurgico.

E quando il Sars-Cov-2 è arrivato, ha trovato pane per i suoi denti. "Il governo ha sbagliato quasi tutto, non incentivando il distanziamento sociale, lasciando i karaoke aperti e non mettendo alcun limite di passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico. Ma i giapponesi – spiega Jeremy Howard, ricercatore dell’università di San Francisco che si è specializzato sull’efficacia dei dispositivi di protezione, al New York Times – hanno fatto l’unica cosa giusta: indossare le mascherine". E così anche l’ondata peggiore, che ha morso il Paese tra dicembre e gennaio, quando ci sono stati fino a 7mila casi al giorno, è stata superata.

Anche perché lo stigma sociale che si abbatte su chi non rispetta le regole e mette in pericolo la collettività è enorme. In un terra dove si aspetta pazientemente in fila il bus alla fermata (per rispettare chi è arrivato prima), non indossare la mascherina è semplicemente qualcosa di inconcepibile. Anche perché gli ottimi risultati ottenuti contro Sars e Mers hanno dimostrato che coprirsi naso e bocca funziona. Così i gruppi no mask, che da noi possono contare su centinaia di migliaia di simpatizzanti e cellule dormienti, in Giappone sono popolari come chi in Italia lotta per la reintroduzione dello ius primae noctis. La grande manifestazione che a Tokyo doveva sbugiardare l’ipocrisia di chi si copre il volto per difendersi dal Coronavirus ha raccolto – secondo il Japan Times – una folla oceanica di più o meno una dozzina di persone.

Il buon senso dei cittadini ha fatto sì che il governo non fosse obbligato, come invece è successo da noi, a introdurre multe salate per chi non si adegua. Formalmente non si deve per forza indossare la mascherina, ma tutti lo fanno, anche se il peggio che può capitare è quello di vedersi rifiutare una corsa in taxi, visto che gli autisti hanno ottenuto il diritto di lasciare a piedi chi gira a naso scoperto.

Ad aver contribuito alla scarsa diffusione del virus sono stati sicuramente anche i comportamenti sociali. Abbracciare un amico che si incontra per strada, ad esempio, è ritenuto inappropriato. "Se ci si prova – spiega Eleonora Gugliemi, in arte Yuriko Tiger, tra le pochissime cosplayer (modelle che si vestono come i personaggi di manga e videogiochi) occidentali a lavorare in Giappone – molti potrebbero scandalizzarsi. Qui non c’è un’abitudine al contatto fisico e questo può aver influito nel contenere il Covid".

E non è un caso che le vaccinazioni contro il Coronavirus per il personale medico (il siero di Pfizer ha ricevuto il via libera domenica scorsa) cominceranno domani, mentre per gli anziani si parla come minimo di aprile. E mentre aspettano, i giapponesi faranno quello che hanno sempre fatto: indossare la mascherina.