Ancona, morti in discoteca. 8 indagati, la nonna del minore fermato: "Lui non c'era"

L'iscrizione nel registro degli indagati del 16enne è "un atto dovuto". Gli altri 7 sono 4 titolari e tre soci della Lanterna azzurra. I feriti stanno meglio

Da sinistra Giovanna Lebboroni pm, Monica Garulli, procuratore capo, Gubinelli e Carrozza

Da sinistra Giovanna Lebboroni pm, Monica Garulli, procuratore capo, Gubinelli e Carrozza

Ancona, 10 dicembre 2018 - Otto indagati per la strage alla Lanterna azzurra di Corinaldo (FOTO e VIDEO). Lo hanno rivelato i due procuratori Monica Garulli e Giovanna Lebboroni durante la conferenza stampa terminata alle 16.20 a Palazzo di Giustizia. Uno è un minore di 17 anni, della provincia dorica, quello fermato ieri. Gli altri 7 sono 4 titolari e tre soci della discoteca tra i quali figura anche l'amministratore delegato. Per tutti l'ipotesi di reato è concorso in omicidio colposo aggravato.

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"Il minore è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto - ha detto Lebboroni - a sua garanzia ma la consistenza indiziaria è tutta da verificare. È indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose unicamente per i fatti della discoteca. Per tali fatti non sono state disposte misure cautelari". "Il minorenne - ha continuato la Lebboroni - è stato tirato in causa da tre persone informate sui fatti e ascoltate". 

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"Numerose decine di persone sono concordi nel dire che all'improvviso è stato cosparso qualcosa nell'aria. A terra è stata trovata una bomboletta di spray al peperoncino - ha proseguito la Lebboroni -. Questo ci induce a pensare che sia una possibile concausa dello spargimento della sostanza irritante, ma non esclude che ce ne possano essere state altre". C'è stato uno "spargimento molto diffuso" della sostanza urticante che si è avvertito "molto in larghezza e in altezza". I carabinieri hanno ribadito il loro appello (VIDEO) a chi era presente a fornire informazioni e materiali utili alle indagini. A lanciarlo il comandante provinciale dei carabinieri di Ancona Cristian Carrozza.

A breve saranno effettuati gli esami autoptici, ha detto la Procuratrice capo della procura di Ancona Garulli. Secondo il pm Paolo Gubinelli forse già domani potrebbero, iniziare in modo da liberare il prima possibile le salme. 

La nonna del 17enne: "Lui non era in quella discoteca"

"Grazie a Dio non era in discoteca quella sera, non c'entra nulla. È stato con la sua ragazza tutta la notte". Difende a tutto campo il nipote la nonna del 17enne indagato. La donna, che abita in una frazione di Senigallia, nega però che il giovane sia stato fermato: "lo hanno portato via solo per chiedergli delle cose, ora è con la madre" che vive in Romagna. "Alcuni ragazzi dicono che è stato lui? Non è vero, lo sanno anche loro che non era lì". Sul possesso di droga: "era delle altre persone, lui non c'entra". "Non sono preoccupata - aggiunge la nonna - non c'entra con nessuna delle due cose".

Lo spray e la banda

Altri due fermati, oltre al 17enne bloccato ieri. Nei loro confronti l'accusa ipotizzata al momento è quella di possesso di droga ma non è escluso che possa cambiare nelle prossime ore. Si pensava fossero riconducibili a un ipotetico branco che potrebbe aver usato le bombolette spray al peperoncino nella calca della discoteca (foto e video). Il minorenne era stato arrestato ieri, sempre per avergli trovato droga in casa: cocaina ed eroina. Non poca, da qui le manette in flagranza. Sono andati a casa sua a Senigallia pensando che fosse il giovane del video, col cappellino e mascherina in faccia, impegnato a gettare spray al peperoncino all’interno della discoteca della strage. Un telefonino lo ha ripreso. I carabinieri cercavano quindi tracce di quella bomboletta e si sono imbattuti nella ‘droga dei ricchi’. Il minorenne nega qualunque coinvolgimento, anzi dice di non esser nemmeno stato nella discoteca quella sera.

I due ragazzi fermati oggi sono un 27enne di Fano, e un 22enne. Sono stati fermati dai carabinieri in un residence di Senigallia, dove avevano prenotato per un mese. In quel momento non erano in compagnia del minorenne.  

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I feriti

Respirano autonomamente quattro dei sette feriti più gravi, mentre gli altri tre sono in condizioni ancora critiche ma stabili. In particolare, a quanto riferito dai sanitari dell'ospedale Torrette di Ancona nel bollettino medico delle 12, i sette pazienti restato tutti ricoverati in prognosi riservata in terapia intensiva per le lesioni riportate nella calca. "Quattro sono stati stubati, mentre gli altri tre sono ancora sotto sedazione". Un ottavo paziente che era stato accettato con codice rosso e trattenuto in osservazione intensiva nella mattinata dell'8 dicembre è stato dimesso dall'ospedale nel pomeriggio di ieri. I due codici verdi accolti nella giornata di ieri sono stati dimessi.

Le indagini: locale e sicurezza nel mirino

Anche i bodyguard che hanno gestito il servizio di sicurezza all'interno della Lanterna Azzurra potrebbero finire nei guai. Gli accertamenti dei magistrati si muovono infatti su due fronti: da un lato il numero di biglietti venduti, le reali presenze all'interno della discoteca e il rispetto delle norme di sicurezza, tutti aspetti che coinvolgono direttamente i gestori del locale; dall'altro la gestione della serata dal punto di vista della sicurezza, che riguarda invece chi aveva in carico il servizio di bodyguard. Dalle testimonianze raccolte e da quanto poi accaduto è infatti evidente che nel momento in cui è scoppiato il panico qualcosa è andato storto. 

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La procura di Ancona non crede all’effetto dirompente di una sola bomboletta tanto da mandare in ospedale 100 persone con sintomi di intossicazione. Il primario del pronto soccorso di Marche Nord, Stefano Loffreda esclude "che una bomboletta al peperoncino possa aver intossicato 100 o più ragazzi. Al massimo, può far bruciare gli occhi alla singola persona colpita a tre centimetri di distanza. Un’irritazione che passa dopo pochi minuti. Quindi, io parlerei di un altro tipo di intossicazione se questa c’è stata. Vanno controllate allora le condotte di aerazione di quella discoteca, l’impianto antincendio ma non devo certo insegnare cosa fare agli inquirenti. Di tutti i ragazzi che ho visitato, alla presenza anche del direttore generale Maria Capalbo, nessuno presentava allergie alla gola o intossicazioni ma solo ammaccature e paura per il pericolo scampato. Qualcuno parlava di aver sentito odori strani. Dunque, le cause per un ambiente malsano devono essere per forza altre. Una bomboletta di peperoncino non basta a intossicare nemmeno la persona colpita direttamente. Può esserci stata suggestione".

Asia Nasoni
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  Le attenzioni della procura si concentrano sulla bomboletta consegnata dal gestore Marco Cecchini. Ma tante altre bombolette sono state rinvenute anche nelle borse e zaini abbandonati dalle ragazze. Molte di loro disponevano di quello spray. Se sono stati usati o meno va verificato. I video acquisiti dai carabinieri non aiutano a dare un nome agli autori del getto dello spray. Sono immagini buie, sfocate, poco chiare. 

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La discoteca inoltre non dispone di un sistema di sorveglianza né di telecamere a circuito chiuso. Si va quasi a intuito, mettendo insieme le tracce lasciate dai telefonini di gruppi di ragazzi conosciuti dalle forze dell’ordine. Importanti anche le testimonianze raccolte sugli accessi nella discoteca. Buona parte sarebbe entrata senza biglietto (680 quelli venduti, 500 quelli staccati, 1.400 quelli stampati) e ogni ingresso è costato 20 euro. Sono i gruppi con i tavoli prenotati. Ognuno di loro ha ricevuto una tesserina scura con la scritta ‘table’. Con questa si andava al bar a consumare. Così sono entrati a centinaia. 

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