Morte Pantani, l'Antimafia: "Possibili altre ipotesi, scelte inquirenti discutibili"

Resa pubblica la relazione della Commissione. Dalle indagini alla fine nell'hotel di Rimini, tutto quello che non torna. "Anomalie" nell'esclusione del Pirata dal Giro d'Italia

Marco Pantani, in maglia gialla al Tour de France 1998 (Ans)

Marco Pantani, in maglia gialla al Tour de France 1998 (Ans)

Roma, 7 dicembre 2022 - Marco Pantani: sulla morte del Pirata "possibili altre ipotesi", anche "un eventuale ruolo della criminalità organizzata".  Così la relazione dell'Antimafia sulla fine del campione di ciclismo. La Commissione chiede di  approfondire gli elementi dubbi, perché "diverse scelte degli inquirenti sono state discutibili". Ancora: sui fatti di Madonna di Campiglio bisogna andare a fondo, qualunque sia lo scenario.

Sommario

"Morte di Marco Pantani, troppi dubbi"

"La vicenda di Marco Pantani ha scosso le coscienze di tutti e non soltanto di coloro che ne hanno apprezzato le gesta atletiche nelle salite più impervie, frutto della stessa tenacia con la quale oggi la signora Pantani invoca giustizia per il proprio figliolo. Nell’opinione pubblica, dopo un primo momento di incertezza dovuta, forse, anche ad un’informazione che, nei giorni immediatamente successivi alla squalifica, lo aveva condannato senza possibilità di appello, è stata sempre diffusa la convinzione che qualcosa di anomalo fosse accaduto sia a Madonna di Campiglio che a Rimini nella tragica sera di San Valentino del 2004. Questa Commissione ritiene che i numerosi elementi dubbi che sono emersi nel corso dell’istruttoria siano di tale rilievo da meritare un attento approfondimento: le ipotesi fondate su quegli elementi non possono essere ridotte a mere possibilità astratte oggetto di discussione in servizi televisivi o su articoli stampa". La relazione sulle "risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani e eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999", è stata approvata sul finire della scorsa legislatura e resa pubblica ora.

Le parole dell'Antimafia

La Commissione guidata da Nicola Morra nella XVIII legislatura ha approfondito il caso anche attraverso il IV Comitato ‘Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme’, coordinato dal senatore Giovanni Endrizzi che ha proposto la relazione finale. Secondo l’Antimafia “tantomeno si può condividere l’altra affermazione dell’autorità giudiziaria di Rimini, ovvero che determinate affermazioni siano state indotte dall’intento di ingenerare nell’opinione pubblica l’idea di una condotta non esemplare da parte della polizia giudiziaria intervenuta la sera del decesso del campione - osserva l’Antimafia -. In realtà, diverse sono le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili. Innanzitutto, la frettolosa conclusione che la morte di Marco Pantani fosse accidentale o addirittura conseguenza di un suicidio, cui si pervenne anche sul presupposto che egli fosse rimasto isolato per diversi giorni fino a quello della sua morte, con la conseguente esclusione di responsabilità di terzi”.

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"Anomalie sui fatti di Madonna di Campiglio"

La Commissione antimafia uscente ed in particolare il Comitato coordinato dal senatore Endrizzi hanno accertato che numerose anomalie contrassegnarono la vicenda che portò all’esclusione del Pirata dal Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, il 5 giugno 1999.

"Diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni", afferma oggi il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia Morra nel presentare il nuovo lavoro appena pubblicato. Nell’effettuare i controlli sugli atleti a Madonna di Campiglio, spiega Morra, non venne rispettato il Protocollo siglato dall’UCI con l’ospedale incaricato di eseguirli. È stato inoltre accertato che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle ore 7.46 e non già alle ore 8.50, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per 'frode sportiva'. "Questa grossolana difformità, piuttosto singolare - puntualizza il presidente della Commissione parlamentare antimafia - escluse la possibilità che in quel processo fosse valutata l’ipotesi della manipolazione mediante 'deplasmazione' del campione ematico".

Le dichiarazioni di Renato Vallanzasca

A conclusione delle indagini portate avanti, l’Antimafia afferma nella relazione che "contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione". E l’ipotesi, per Morra, è ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca - confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare - che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa camorra per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria.

Le indagini riaperte a Rimini

La Procura di Rimini ha recentemente riaperto le indagini sulla morte di Pantani. La Commissione parlamentare antimafia uscente, in sintesi, auspica, conclude Morra, che venga fatta piena luce sugli avvenimenti che videro protagonista il campione di Cesenatico, valutando anche gli elementi raccolti nel corso dell’inchiesta parlamentare "rispetto ai quali gli esiti giudiziari cui si è finora pervenuti non offrono esaustiva spiegazione".

I legali della famiglia

Ormai "è un fatto conclamato che a Madonna di Campiglio Pantani, per usare sue parole, venne ‘fregato’. Anche da organi giudiziari è stato affermato di come quel 4 giugno ‘99 fu scritta una pagina nera di cronaca e per il ciclismo. In danno di Marco Pantani e da soggetti agevolmente individuabili. Altrettanto sicuro che vi siano circostanze controverse relative agli accadimenti che portarono alla morte di Marco Pantani il 14 febbraio 2004 a Rimini”. Lo affermano gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi, legali della famiglia del campione. Aggiungono che "in difesa dei genitori dell’indimenticabile 'Pirata' già sono stati precisamente sottoposti questi fatti meritevoli di doverosi approfondimenti al vaglio della competente procura della Repubblica e si confida in una puntuale attività investigativa e d’indagine che risulta tuttora in corso. Allo stato, altro non vi è da aggiungere”.