Morte in ospedale Lo allatta e si addormenta Neonato schiacciato dal peso della mamma

È stata un’infermiera ad accorgersi che il piccolo era ormai cianotico. La procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo:. vuole capire se sia stato corretto lasciare che lei tenesse il neonato nel letto

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di Riccardo Jannello

Una tragedia dai contorni ancora misteriosi, ma che angoscia tutti e che pone domande stringenti sulla molte volte denunciata mancanza di personale in ospedale – e subito la politica si è agitata in vista delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio – con la conseguente minore sicurezza per chi è ricoverato e per i suoi familiari, soprattutto per quanto riguarda i neonati e i più fragili. Un piccolo di appena tre giorni è morto nella notte fra il 7 e l’8 gennaio nel reparto di ginecologia dell’ospedale romano Sandro Pertini. Sarebbe stato schiacciato dal peso della madre, una trentenne, che dopo averlo allattato avrebbe chiesto al personale di servizio di potere stare ancora un poco attaccata al suo maschietto. Probabilmente la donna si è addormentata premendo il proprio corpo sul viso del piccolo che è soffocato.

La procura di Roma ha aperto una indagine per omicidio colposo, al momento senza indicare alcun presunto responsabile e considerando la madre come parte offesa. Le indagini dovranno chiarire che cosa è successo nella stanza di un reparto che alle urla disperate della donna, che risvegliandosi ha visto il figlio cianotico e ormai senza vita, è piombato nel dolore e nello choc più profondo e che ancora a distanza di giorni si sta interrogando sull’accaduto. Gli inquirenti prima di indagare qualcuno vogliono capire fino in fondo come si sono svolti i fatti. I primi quesiti ai quali deve dare risposta la magistratura è se lasciare il neonato alla madre sia stato un comportamento in linea con le regole in vigore nei reparti di ginecologia. Il corpicino del piccolo, con la madre ancora dormiente, è stato notato da un’infermiera del turno di notte che è passata vicino al letto e si è accorta che il neonato non respirava. Ha cercato di praticare al piccolo di tre giorni un disperato tentativo di rianimazione per poterlo salvare ma non c’è stato nulla da fare. Nel frastuono dell’intervento la madre sì è svegliata e ha cominciato a urlare, destando dal sonno tutto il reparto. La procura della capitale ha disposto l’autopsia: con i risultati dell’esame autoptico la situazione potrà essere più chiara e si cominceranno a delimitare le colpe e i responsabili.

Una prima voce a spiegare le prassi in vigore è stata quella di Alessandra Bellasio, ostetrica e divulgatrice sanitaria, attraverso un blog rivolto alle mamme. Dal suo post si evince che l’avere concesso la possibilità alla madre di coricarsi accanto al figlio è stato un atto umano comprensibile, ma certo non sicuro e non concorde con le linee guida che dovrebbero consentire almeno nei primi sei mesi di vita del piccolo la condivisione sì della stanza, ma non del letto: quindi, il neonato a partire dalla sua nascita può essere anche vicino alla mamma, ma non sdraiato con lei non appena si conclude l’allattamento. "Dormire nello stesso letto – spiega la Bellasio – è uno dei fattori di rischio per quanto riguarda la morte improvvisa del lattante". E cita uno studio americano del 2022 che prevede il coricamento supino, in una superficie "solida e non inclinata" e con lenzuola che non siano così morbide da ostruire le vie respiratorie del piccolo.

Resta poi il fattore umano, decisamente a favore di un’empatia fin dalle prime ore della nascita, ma allo stesso tempo sotto lo stretto controllo del personale sanitario e con lo sforzo da parte dei genitori di essere particolarmente vigili contro i colpi di sonno. "La rete di supporto attorno a un neonato – dice l’ostetrica – è fondamentale dal momento che in una fase così delicata della vita del piccolo la stanchezza può prendere il sopravvento in ogni momento".