Giovedì 18 Aprile 2024

Morte di David Rossi Indagati tre pm per il sopralluogo "Prove compromesse"

L’accusa di falso ideologico: non verbalizzarono l’ispezione nell’ufficio. La famiglia del manager: "Ci aspettiamo la riapertura delle indagini"

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di Laura Valdesi

Caso Rossi, nuovo colpo di scena. I tre pm che indagarono sulla morte del manager della comunicazione di Banca Mps volato dalla finestra di Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013, verranno interrogati la prossima settimana dai loro colleghi di Genova che li hanno indagati per falsità ideologica. Nicola Marini, attuale procuratore capo facente funzione di Siena, insieme ad Antonio Nastasi ora a Firenze e Aldo Natalini che è al Massimario a Roma, sono accusati di aver omesso di attestare nel verbale del 7 marzo "che nelle ore precedenti e in particolare dalle 21,30 circa alla mezzanotte (del 6 marzo, giorno della morte ndr) avevano già fatto ingresso nella stanza" del manager "prima che la stessa venisse fotoripresa dal personale della scientifica". Qui sempre secondo l’accusa, "avrebbero manipolato e spostato oggetti senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di polizia giudiziaria che insieme a loro aveva proceduto al sopralluogo". A confluire nel fascicolo anche la relazione finale stilata dalla commissione d’inchiesta sulla morte di Rossi che ha acceso i riflettori della magistratura ligure sul comportamento dei magistrati già nel dicembre scorso, inviando, come annunciò il presidente Pierantonio Zanettin, "copia dei resoconti stenografici, anche nella parte segreta, dell’audizione del colonnello dell’Arma Pasquale Aglieco", all’epoca comandante provinciale di Siena, che parlò di cestino con i biglietti di addio svuotato sul tavolo, di una telefonata dell’onorevole Daniela Santanché a cui avrebbe risposto il pm Nastasi. Tutte cose, compresa quest’ultima, smentite già dai tre magistrati nelle loro audizioni del febbraio scorso e da riscontri.

Trasmesso a Genova anche il contenuto delle dichiarazioni del luogotenente Roberto Nesticò, dei poliziotti Federico Gigli e Livio Marini che realizzò il primo video della stanza del manager, di Federica Romano della scientifica che intervenne dopo. "Quando abbiamo raccolto le dichiarazioni sia delle forze di polizia intervenute subito dopo la morte, sia di Aglieco avevamo capito che potevano emergere profili di possibili reati e abbiamo trasmesso subito le carte a Genova, Csm e Procura generale. Questa intuizione ha trovato conferma nelle attività dei magistrati liguri per la parte relativa al sopralluogo", dice Zanettin che si è già attivato per una commissione d’inchiesta bis. "Il fatto provvisorio su cui mi chiedono chiarimenti è a mio avviso completamente e integralmente infondato. Ho ricevuto l’invito a comparire , che è atto dovuto se si vuole interloquire nel rispetto della procedura, – ha detto il procuratore di Siena Marini che dovrebbe essere interrogato il 17 o il 18 mentre Nastasi il 16 – pur se non comprendo, senza entrare nel merito, come si possa a me contestare un verbale al quale non ho partecipato, né ho contribuito a redigere".

"Un’ottima notizia – commenta così l’inchiesta la vedova di Rossi, Antonella Tognazzi –, finalmente c’è un atto concreto su quello che fino ad oggi è rimasto un punto di domanda". "La nuova indagine conferma che la verità sulla morte è tutt’altro che accertata – interviene Carmelo Miceli, legale della vedova e di sua figlia Carolina Orlandi –. Ora ci aspettiamo la riapertura dell’inchiesta su chi e come ha causato quelle lesioni che la commissione ha certificato incompatibili con il suicidio"