Giovedì 25 Aprile 2024

"Morta l’America dei diritti È l’effetto del trumpismo"

Alan Friedman e la revoca del diritto all’aborto: così siamo tornati al Medioevo "Gli amici mi chiamano: scappiamo in Europa. Biden? Onesto ma troppo goffo"

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di Giovanni Rossi

"I miei amici di Washington, New York e San Francisco mi stanno chiamando uno dopo l’altro – svela Alan Friedman, il giornalista statunitense più radicato in Italia –. Se nel 2024 Trump o un trumpiano rivince le elezioni, il giorno dopo imbarchiamo le famiglie e ci trasferiamo in Europa".

Fuga di massa?

"La polarizzazione del Paese e la cancellazione dei diritti sublimata dalla sentenza della Corte suprema sull’aborto dimostrano che l’America che conoscevamo, l’America dei diritti, delle opportunità e dell’uguaglianza non esiste già più. Quand’anche i democratici a novembre vincessero le elezioni di Mid Term, e non lo credo, il Paese è ormai lanciato a tutta velocità verso un nuovo Medioevo".

Nel 2017 lei scrisse il bestseller ’Questa non è l’America’ raccontando le divaricazioni identitarie generate dal trumpismo. Il dato è sedimentato?

"Una Corte suprema con tre giudici di nomina trumpiana (e una maggioranza di fanatici senza credibilità) sta distruggendo le garanzie dei cittadini. La sentenza che rimette l’aborto nelle mani degli Stati, con complessiva perdita di diritti delle donne, è solo la punta dell’iceberg".

Il resto del mostro?

"La Corte suprema ha stabilito che i fondi pubblici possono finanziare le scuole religiose, ha complicato l’accesso al voto delle minoranze, ha acconsentito alla libera circolazione dei cittadini con armi nascoste. Non soddisfatta, prepara agguati alla contraccezione, ai diritti Lgbtq, ai poteri delle agenzie ambientali. Contro questa agenda di estrema destra per via giudiziaria, l’America democratica è senza difesa: annichilita dall’incubo di trasformarsi in teocrazia cristiana fondamentalista e neofascista".

Quali argomenti oppone ai riduzionisti della sentenza sull’aborto che la spacciano per una mera redistribuzione decisionale ai singoli Stati?

"Come si fa a non vedere che i diritti civili che hanno reso questo paese simbolo di convivenza sono in corso di sistematica cancellazione? Come ha fatto notare il premier canadese Justin Trudeau, l’eliminazione del diritto di aborto a livello federale provocherà turismo sanitario verso gli Stati in grado di assicurare l’interruzione di gravidanza. Ma le donne senza mezzi saranno inevitabilmente discriminate; in alcuni Stati, anche se stuprate o vittime di incesto, rischieranno addirittura l’ergastolo o pene più severe dei propri stupratori. Avremo aborti clandestini e una mortalità inaccettabile. Un salto indietro di cento anni. La prova che il sogno americano sta morendo davanti ai nostri occhi".

L’orgoglio unificante di essere tutti cittadini dello stesso grande Paese non esiste più?

"Spazzato via. Trump ha sdoganato estremismo religioso, suprematismo bianco, razzismo contro neri, latini e asiatici, misoginia, omofobia e complottismo. La sua agenda muove meno del 50% degli elettori, ma è una platea straordinariamente coesa. La stessa pronta a riconoscere il golpe di Capitol Hill, se avesse avuto successo".

Prospettive?

"Il problema supera Trump. Se al suo posto conquistassero la nomination repubblicana il governatore della Florida, Ron Desantis o quello del Texas Greg Abbott, assisteremmo alla stessa dinamica: la collisione tra due Americhe agli antipodi. E nel 2024 Joe Biden, che è onesto ma goffo, sarà già troppo vecchio per un altro miracolo".