Mercoledì 24 Aprile 2024

Morta dopo il ricatto hard, Tiziana sarà riesumata

Tracce del Dna di due uomini sulla sciarpa della ragazza: la procura riapre le indagini per omicidio. La mamma: "Verità è giustizia"

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di Nino Femiani

"Verità è giustizia". Le parole di Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, sprizzano soddisfazione. "Voglio condividere con tutti la gioia di questo momento perché ho ricevuto una bellissima e inattesa notizia, alla faccia delle iene che avevano già decretato l’archiviazione". Gli accenti entusiasti di Maria Teresa derivano dal fatto che il corpo della figlia, trovato senza vita il 13 settembre 2016 nella tavernetta della villetta materna di Mugnano (Napoli), verrà riesumato.

Lo ha disposto la procura di Napoli Nord, nell’ambito di nuove indagini (al momento contro ignoti) con l’accusa di omicidio. L’ipotesi è che la ragazza non si sia uccisa, come stabilito al momento del ritrovamento del corpo e come emerso fino ad oggi, ma che in realtà sia stata uccisa e che l’impiccagione sia stata solo una messinscena. La riesumazione dovrebbe avvenire nella prima decade di giugno. L’anatomopatologo consultato dalla Procura ha stabilito che nonostante siano passati quattro anni dalla morte tanto tempo dalla morte, è ancora possibile raccogliere elementi che facciano propendere per una delle due ipotesi. Il pm tuttavia mette le mani avanti: "Quello della Procura è un atto dovuto", un fascicolo che segue le denunce della mamma. La 31enne fu ritrovata senza vita nella casa di famiglia, dopo la diffusione di alcuni suoi video intimi, diventati virali su internet.

La madre non aveva però mai creduto alla tesi del suicidio, sostenendo che la figlia fosse stata uccisa. A fine dicembre aveva chiesto la riesumazione per effettuare l’autopsia che all’epoca, viste le modalità del ritrovamento, non fu effettuata. Il nuovo fascicolo, con l’ipotesi di omicidio, era stato aperto a gennaio. Ora la svolta che può aprire un nuovo scenario. Tra gli elementi raccolti, le tracce di Dna trovate sulla pashmina stretta intorno al collo della ragazza: apparterrebbero a due uomini, anche se non è possibile stabilire se siano state lasciate il giorno della morte, in precedenza o, anche questo è tra le ipotesi, durante gli spostamenti del capo d’abbigliamento successivi alla tragedia per un’imperizia degli investigatori. Le prime indagini sul caso Cantone si erano assestate sull’ipotesi di istigazione al suicidio a carico di ignoti, ma il fascicolo è stato poi archiviato per assenza di elementi. "Il caso non è chiuso, anzi è appena iniziato", esulta Maria Teresa Giglio che non si era mai data per vinta e aveva chiesto una consulenza a un’agenzia internazionale, la Emme team, scoprendo che il telefono e il tablet della ragazza erano stati manipolati. "Erano cose che io ho sempre sospettato", dichiara ora mamma Giglio.

La sofferenza di Tiziana era iniziata molto tempo prima di quel 13 settembre, di quel finale ancora denso di ombre. Alcuni video del suo privato erano stati dati in pasto alla Rete, e quell’abisso di vergogna e angoscia diventò ben presto una vera gogna. Le vicende della 31enne accesero l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno del "revenge porn" e del cyberbullismo. Nel marzo 2019 un emendamento al disegno di legge noto come "Codice rosso" introdusse la fattispecie di reato ascrivibile alla "porno vendetta". La legge, nota anche come "legge Cantone", è entrata in vigore il 9 agosto 2019.