Da una sospetta morte causata dal botulino contratto dopo una cena in pizzeria, alla pista della intossicazione fatale dovuta a un pesticida che si trovava nell’azienda di famiglia. E adesso, esclusa anche l’intossicazione accidentale, spuntano nuovi possibili scenari e sviluppi dietro a una morte comunque avvenuta per avvelenamento.
Non ha ancora una spiegazione definitiva e completa, dopo tre settimane, il decesso di Gerardina Corsano, 46enne di Ariano Irpino. Anzi, i nuovi sviluppi investigativi fanno pensare a una indagine piuttosto lunga e complicata, culminata l’altro giorno nel sequestro dei telefoni cellulari dei i familiari più stretti della vittima.
Ma per capire la piega che ha preso la storia, è necessario riavvolgere il nastro e tornare al 28 ottobre. La 46enne, quella sera, cena con il marito in una pizzeria di Ariano Irpino. La coppia, il giorno dopo, si sente male. Il 31 ottobre la donna muore all’ospedale, il marito – Angelo Meninno, 52 anni – sopravvive a quella che inizialmente viene ipotizzata come un’intossicazione causata dal batterio del botulino contenuto nell’olio al peperoncino utilizzato come condimento della pizza consumata dalla coppia. Il locale viene sequestrato e vengono indagati per omicidio colposo e lesioni i titolari del ristorante. Sotto inchiesta finisce anche un medico del pronto soccorso che inizialmente aveva rimandato a casa la donna e il marito dopo averli visitati.
Passano i giorni, viene eseguita l’autopsia sulla donna e poi si celebra il funerale. Primo colpo di scena: le analisi escludono il botulino. La pizzeria viene dissequestrata e i titolari escono di scena dall’inchiesta. La nuova ipotesi sul decesso di Corsano è un’intossicazione dovuta a un pesticida che si trovava nell’azienda di famiglia. Inalato? Ingurgitato in qualche modo? Non è chiaro. E quello che sembrava un tragico incidente ora rischia di trasformarsi in qualcosa – almeno per ora – di molto poco chiaro.
L’ennesimo colpo di scena della vicenda arriva venerdì scorso. I risultati dell’autopsia e degli esami eseguiti nei laboratori dell’istituto superiore di sanità, escludono definitivamente l’intossicazione alimentare e confermano l’avvelenamento. Il pm Maria Amalia Capitanio, della procura di Benevento, incarica gli agenti del commissariato di sequestrare i telefoni cellulari di alcuni componenti della famiglia di Corsano, e tra questi apparecchi c’è anche quello del marito della donna.
Bocche cucite tra gli inquirenti sulla decisione presa dalla procura, ma di fatto il provvedimento del magistrato apre teoricamente nuovi scenari e sviluppi di indagine. lapidario l’avvocato Gerardo Giorgione, il penalista che assiste i fratelli e la madre della donna morta: "L’intossicazione da botulino è stata esclusa, la procura sta valutando ulteriori profili di indagine".
Lorenzo Moroni