Morta a 17 anni, i medici: è influenza suina

Perugia, l’ipotesi è che Maria Elia abbia contratto un mix di virus e batteri. Lo strazio del padre durante i funerali: "Vogliamo la verità"

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di Annalisa Angelici

Famiglia e amici hanno detto addio ieri a Maria Elia, la diciassettenne di Perugia, di origini calabresi, morta domenica sera all’ospedale Santa Maria della Misericordia, a 36 ore dal suo ricovero. Un dolore composto, un peso gravoso come pochi altri sopportato con grande dignità dai genitori che ora vogliono sapere perché la vita della loro figlia sia stata stroncata in pochi giorni da quello che sembrava essere un banale malanno.

Maria potrebbe essere stata uccisa dall’"incastro" letale dell’influenza H1N1 (più nota come la “suina“) con un batterio resistente alle cure antibiotiche.

"Dell’influenza H1N1 hanno parlato i medici dell’ospedale ai genitori, avanzandola come una delle ipotesi – spiega l’avvocato Antonio Cozza che, con il collega Nicodemo Gentile, assiste la famiglia –. Per avere certezza della presenza di un batterio attendiamo i risultati dell’esame autoptico".

Maria ha i sintomi dell’influenza da qualche giorno: mal di gola e qualche linea di febbre. Sabato 26 marzo, però, le sue condizioni peggiorano: le prime difficoltà respiratorie, la scelta di recarsi in ospedale e il ricovero. Il Covid è subito escluso: il tampone è negativo, come quello fatto in farmacia qualche giorno prima. Le condizioni della diciassettenne precipitano poche ore dopo: Maria viene intubata e trasferita in Terapia intensiva. I medici mettono in campo tutto pur di salvarle la vita. Ma la tragedia si compie: è domenica sera, il cuore della diciassettenne smette di battere. Una discesa vertiginosa verso l’inferno per i genitori, la famiglia, gli amici e i compagni di classe. È il papà di Maria, Gennaro Elia, a presentare denuncia ai carabinieri di Marsciano: "Voglio la verità", scrive su Facebook, parlando della figlia come della "mia principessa".

"La famiglia non punta il dito contro nessuno, ma vuole capire cosa è successo", sottolinea ancora l’avvocato Cozza. La Procura di Perugia prende in carico la vicenda e apre un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di omicidio colposo. L’autopsia, eseguita venerdì dalla dottoressa Donatella Fedeli (alla presenza dei periti della famiglia) non dà risposte chiare: è necessario aspettare i risultati degli esami istologici. Intanto papà Gennaro ha aperto una sottoscrizione su una piattaforma di crowdfunding (già più di 3.500 euro raccolti): "Non vi chiedo fiori ma di sostenere e contribuire insieme a me alla causa". La causa è la verità.