Morire in bicicletta Studente a Milano travolto dal tram Due vittime in 24 ore

Luca, 14 anni, falciato davanti a un amico a 100 metri dal liceo. Yahya, 7 anni, schiacciato da un bus a Cesena il giorno prima

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di Nicola Palma

e Marianna Vazzana

Due tragedie della strada in meno di 24 ore. Un bambino e un adolescente morti mentre stavano pedalando sulle loro bici. Due città in lutto. Dopo l’incidente di lunedì sera a Cesena, costato la vita a Yahya Djerir, 7 anni, travolto da un autobus dopo essere caduto sotto gli occhi del padre e del fratello maggiore, ieri mattina è avvenuto il secondo investimento letale, stavolta in una zona semicentrale di Milano. Sono da poco passate le 8: Luca Marengoni, 14 anni, e un amico sono in via Tito Livio, a circa cento metri dalla loro scuola, lo scientifico Einstein, che si raggiunge dalla carreggiata opposta a quella che stanno percorrendo. Per arrivarci, devono superare i binari del tram, che in quel tratto sono protetti da un cordolo di pietra. All’altezza della strada che porta all’ingresso del liceo, ci sono due attraversamenti: uno asfaltato senza strisce, per consentire alle auto di fare inversione di marcia; e uno asfaltato con le strisce ma senza semaforo, che porta in via Einstein.

Stando alla ricostruzione degli agenti della polizia locale, Luca sceglie il primo passaggio e svolta a sinistra. Parallelo a lui, però, sta viaggiando nella stessa direzione un mezzo della linea 16: il conducente cinquantacinquenne si accorge subito della manovra, suona più volte per segnalare il pericolo e prova a evitare l’impatto, ma la frenata non basta. Il quattordicenne finisce con la bici tra il tram e le rotaie e viene trascinato per sei metri: i vigili del fuoco dovranno sollevare il mezzo per estrarre il corpo ormai senza vita. "Un ragazzo pieno di vita, sempre attivo e appassionato di tennis", lo descrivono gli amici di sempre, straziati dal dolore come i genitori e il fratello maggiore. Il Comune lo ricorderà con una giornata di lutto cittadino, come annunciato dal sindaco Giuseppe Sala. Gli approfondimenti investigativi, ancora in corso, dei vigili del Radiomobile sembrano confermare la dinamica, riferita anche da due testimoni oculari, anche se ulteriori certezze dovrebbero arrivare dall’analisi delle immagini di due telecamere private (di un distributore di benzina e di un supermercato) e di quella installata a bordo del 16, nonché dall’analisi dei dati scaricati dalla "scatola nera" del mezzo pubblico; non risulta che Luca avesse delle cuffiette. Intanto, il dipendente Atm, che non è stato ancora sentito dai ghisa perché sotto choc in ospedale, è stato indagato per omicidio stradale colposo, come atto di garanzia per svolgere tutti gli accertamenti del caso; il pm di turno Maria Cristina Ria ha anche disposto l’autopsia e il sequestro del tram e di ciò che è rimasto della bici grigia di Luca, che si è spezzata in tre punti. Gli stessi passi mossi dal pm della procura di Cesena Laura Brunelli nell’inchiesta aperta per far luce sul decesso del piccolo Yahya.