Venerdì 19 Aprile 2024

Morbillo dilaga in Europa, 35 decessi l’anno scorso

Nuovi focolai epidemici nella Ue. Il centro controllo malattie: vaccinazioni a tappeto per eliminare il virus

Una madre con il figlio in braccio in una Asl per la vaccinazione (Ansa)

Una madre con il figlio in braccio in una Asl per la vaccinazione (Ansa)

Roma, 14 gennaio 2019 - Dilaga il morbillo in Europa. Focolai epidemici con decessi (sono stati 35 l’anno scorso nella Ue), e ricoveri in ospedale con complicanze severee, continuano a funestare anche quei Paesi che erano riusciti a eliminare o interrompere la catena dei contagi. Attualmente, segnala il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), ci sono focolai epidemici in Romania, Francia, Grecia e Italia. Delle 35 vittime registrate a causa del morbillo l’anno scorso sono così distribuite: 23 in Romania, 7 in Italia, 3 in Francia e 2 in Grecia. Nel novembre scorso, complice l’insufficiente copertura vaccinale, il numero di casi di morbillo è andato avanti con un trend in crescita rispetto a settembre e ottobre, specialmente in Polonia e Portogallo. Complessivamente tra dicembre 2017 e novembre 2018, in tutta Europa sono stati segnalati 12.790 casi di morbillo, di cui il 70% confermato dalle analisi di laboratorio. Il primato spetta alla Francia (2.921), seguita da Grecia (2.634), Italia (2.548), Romania (1.346) e Regno Unito (984). Il 30% delle persone colpite sono stati bambini con meno di 5 anni di età, e il 51% giovani e adulti dai 15 anni in su. Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2017 solo 4 paesi europei (Ungheria, Portogallo, Slovacchia e Svezia) hanno raggiunto la soglia del 95% di copertura vacciale con entrambe le dosi.

STATISTICHE I dati sulla copertura vaccinale fanno pensare che la mancata immunizzazione sia strettamente collegata all’epidemia in atto. La proporzione di casi in cui si ignora se è avvenuta o meno la vaccinazione è risultata più alta negli adulti di età pari o superiore a 30 anni. Di 11.438 casi (l’89 per cento di tutti casi) con età e stato di vaccinazione accertati, l’80 per cento non erano vaccinati, l’11 per cento erano stati vaccinati con una dose di vaccino contenente il morbillo, il 7 per cento erano stati vaccinati con due o più dosi e il 2 per cento erano stati vaccinati con un numero sconosciuto di dosi. 

INTERVISTA Ricciardi: così il morbillo ha rialzato la testa

La proporzione di casi non vaccinati era più elevata tra i bambini al di sotto di un anno d’età (1.367 su 1.446 casi, 95 per cento), troppo piccoli per ricevere la prima dose di vaccino contenente il morbillo. I bambini sotto un anno sono particolarmente vulnerabili alle complicanze del morbillo e per loro la miglior protezione è l’immunità di gregge. "Il morbillo continua a diffondersi in tutta Europa perché la copertura vaccinale in molti paesi non è ottimale", scrivono i medici nel rapporto dell’Ecdc. "I dati dell’OMS sulla copertura vaccinale nazionale per le prime e le seconde dosi di vaccino contro il morbillo dimostrano che solo quattro paesi dell’Ue (Ungheria, Portogallo, Slovacchia e Svezia) hanno segnalato almeno il 95 per cento della copertura vaccinale per entrambe le dosi di vaccino". Secondo l’Ecdc, se l’obiettivo è quello di eliminare il morbillo, la copertura vaccinale per bambini e adulti deve aumentare

Morbillo, Paesi con più di 100 casitra agosto '17 e luglio '18 (Ansa)
Morbillo, Paesi con più di 100 casitra agosto '17 e luglio '18 (Ansa)

ROBERTO BURIONI, IMMUNOLOGO "Anche se il morbillo ha un andamento che dipende strettamente dalle ondate epidemiche, abbiamo ottenuto un grosso miglioramento. Ma nel nostro Paese è la copertura vaccinale a essere ancora carente. Non solo fra i bambini, ma anche fra gli adulti". Lo ha dichiarato l’immunologo Roberto Burioni. "L’appello va rivolto ai genitori perché siano vaccinati i loro figli, ma anche agli adulti, perché sono necessarie due dosi di vaccino al fine di garantire l’immunità. Nel caso se ne sia stata eseguita solo una, come spesso accade, occorre fare un richiamo". "Io ritengo che la legge sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione alle scuole abbia funzionato - afferma Burioni - perché dopo 10 anni di calo continuo della copertura vaccinale in Italia, che nel 2015 fra i bimbi era inferiore a quella di molti Paesi africani, è risalita. Sarebbe bene mantenerla e potenziarla, correggendo la mancanza di obbligo per gli operatori sanitari, assicurando una maggior disponibilità dei vaccini e infine un’informazione più capillare".

Morbillo, foto di repertorio (Ansa)
Morbillo, foto di repertorio (Ansa)

WALTER RICCIARDI, IGIENISTA "La legge sull’obbligo vaccinale nelle scuole sta funzionando", ha affermato Walter Ricciardi, presidente eletto della Federazione mondiale delle Società di sanità pubblica (Wfpha), commentando i dati Ecdc. "Si tratta di una riduzione importante ma non ancora definitiva, che bisogna rafforzare. L’obiettivo è il dimezzamento dei casi. Penso sia a questo punto un imperativo etico e scientifico mantenere l’obbligo di vaccinazione scolastica e continuare a lavorare per garantire che le coperture siano elevate".

MASSIMO GALLI, INFETTIVOLOGO Massimo Galli, Presidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit) ha rilasciato nei giorni scorsi una dichiarazione di fuoco. "Dal gennaio di due anni fa, i casi di morte per morbillo in Italia sono stati 17, soprattutto in bambini e adulti immunodepressi. Una vergogna che ci pone nella posizione di fanalino di coda in Europa nella lotta contro una malattia eliminabile e che alimenta giudizi negativi sull’efficienza del sistema sanitario nel nostro paese, con possibili ricadute negative anche sulla scelta dell’Italia come meta turistica". Per il presidente degli infettivologi italiani, tra i casi di morbillo segnalati, un centinaio si sono verificati tra gli operatori sanitari, 83 di questi non erano mai stati vaccinati, mentre 8 erano stati vaccinati in maniera incompleta. "Ogni caso di morbillo - ricorda Galli - è potenzialmente in grado di causare 16-18 casi secondari. È quindi inaccettabile che un operatore sanitario sia scoperto e di conseguenza non protegga i suoi assistiti. Tra gli adulti non vaccinati o che non si sono infettati in età infantile, ci sono molte donne in età fertile, che dovrebbero assolutamente vaccinarsi prima di intraprendere una gravidanza. Altrettanto necessario è provvedere alla vaccinazione degli operatori sanitari non vaccinati e che non abbiano contratto il morbillo nell’infanzia".