Morandi, il Senato è pop Concerto, cori, selfie E Mattarella applaude

Settantacinque anni festeggiati al ritmo pop delle canzoni di Gianni Morandi in un’aula trasformata per un giorno in un palco, spostando le massime autorità politiche negli scranni a sinistra e i cinque musicisti (batteria compresa) al centro dell’emiciclo. È la festa per ricordare la prima seduta del Senato, appunto l’8 maggio 1948. In aula il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accolto con una standing ovation. Accanto la premier Giorgia Meloni, gran parte del governo e molti decani della politica. L’aula è al completo. Ma è anche la festa ‘made by Ignazio La Russa’. È stato il presidente eletto a ottobre a volere fortemente la cerimonia. E a volerla così. Si parte con l’inno di Mameli in versione acustica, si passa agli interventi "da convegno" degli storici Ernesto Galli della Loggia, Giuseppe Parlato e dell’ex parlamentare Anna Finocchiaro. Si chiude con la musica di Morandi che a stento tiene fermi parlamentari e ministri. Meloni compresa, che canticchia parecchi brani, Matteo Renzi che tiene il tempo a mo’ di batterista o Pier Ferdinando Casini che filma con il cellulare i momenti clou. Alla fine, festa con abbracci, cori, selfie.

Morandi regala sei brani ai senatori. Dal must "Fatti mandare dalla mamma" del ‘62, alla più fresca "Apri tutte le porte" che ha portato a Sanremo con Jovanotti fino a ’C’era un ragazzo che come me...’ a "Caruso", omaggio all’amico Lucio Dalla che "lassù si sta facendo una risata". Meloni lo segue cantando con aria un po’ malinconica. Idem per il ministro Crosetto.