Venerdì 19 Aprile 2024

Montalbano uscito pazzo per una 'fimmina'. Crolla un mito, il tradimento non è da lui

Ascolti record per l’ultimo episodio della serie. Social scatenati: "Ha scaricato con una telefonata la fidanzata per una giovane collega"

L'ultimo episodio di Montalbano (Dire)

L'ultimo episodio di Montalbano (Dire)

Montalbano ero. Commissario di polizia a Vigata, fiuto investigativo da vendere, terrazza sul mare da svenire, cinquant’anni e più molto ben portati, simpatico, ironico, autosufficiente, goloso, felicemente accompagnato ma con i privilegi dello scapolo. Salvo era, in tutti i sensi. Ammazzatine e mangiatine. Fino a lunedì sera. Quando nove milioni e sedicimila italiani più tre hanno assistito attoniti all’ultima puntata della serie. E al totale capovolgimento di tutte le certezze accumulate attorno al personaggio di Camilleri. "Nisciuto pazzo per chidda fimmina", è il pensiero triste di Mimì Augello, dongiovanni e braccio destro, e di Fazio il perfetto soldatino. La sua guardia reale. I due che aggiunti all’esercito dei fedelissimi sono rimasti senza parole.

E poi c’è una terza persona, la vera vittima del melodramma siciliano. Livia. L’anima gemella, quella che da sempre ama Montalbano – riamata – in lontananza, da Genova dove abita. Tutto filava liscio, almeno all’apparenza. E invece no. A ribaltare il tavolo è stata la new entry Antonia, giovane poliziotta della Scientifica, che fulmina l’eroe con lo sguardo di velluto verde: fiamme negli occhi (copyright Coma_Cose). Una donna pericolosa, almeno a pelle. Una gattamorta tostissima.

"I grandi amori si annunciano in modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?", riassumeva splendidamente Flaiano. Intendiamoci. Montalbano non è un santo, l’abbiamo visto sbandare più volte e perfino cadere fragorosamente in tentazione. Ma è sempre stato bravo a ridimensionare il piacere di una notte. Senza far soffrire l’altra, la donna che conta davvero. Stavolta non ci ha neppure provato. "Livia è la mia compagna, l’amante, la moglie, la sorella, l’amica", diceva di lei il commissario. Peccato che abbia cancellato le prime tre con un colpo di bazooka. E le due superstiti non bastano a tenere in piedi un rapporto importante. Tutto legittimo, per carità, nessun moralismo. Succede. La costruzione di un amore non è un contratto scolpito nella pietra. Però il crollo della casa richiede almeno una spiegazione, altro che negarsi al telefono per dire dopo 25 anni in coppia: "Ora non posso parlare".

Lo sbigottimento del pubblico in fondo è questo: Montalbano non è l’uomo che credevamo, pur con tutte le giustificazioni del caso. Maigret non avrebbe mai abbandonato la signora Maigret. Nero Wolfe non avrebbe mai buttato nella spazzatura le sue orchidee. Batman non avrebbe mai dato gli otto giorni a Robin. Mike Hammer non avrebbe mai lasciato la segretaria Velda. Holmes non avrebbe mai scaricato il dottor Watson.

Un pirata fascinoso come Corto Maltese è rimasto fedele all’immagine scomoda di seduttore frustrante e frustrato, per rispettare – forse a malincuore – i desideri di lettori e lettrici. Ma la vita non è un fumetto, baby (copyright Munoz e Sampayo). A volte scrive un copione crudele ignorando il lieto fine. Un minuto di gloria è un minuto, e finisce lì non è detto che durerà più di così (copyright Mina). Spiazzato e travolto dalla passione, Montalbano se n’è fregato degli spettatori.

"Non meritavamo un finale così", piangono le vedove sui social. "Non ci si può fidare di nessuno", protestano migliaia di delusi. "La seduttrice Antonia farà di lui un cagnolino", profetizzano i bene informati.

Un uomo maturo accanto a una self-made-girl emergente. Premuroso nel portarle caffè, brioche, torta allo zenzero, schiacciatine. Finché lei lo mollerà e allora addio. Montalbano ero.