Monsieur Michel ceda a Ursula la sua poltrona

Lucetta

Scaraffia

Se presidente della Commissione dell’Unione europea non fosse stata una donna Erdogan gli avrebbe riservato lo stesso trattamento offensivo che ha riservato a Ursula von der Leyen? Nessuno dei commentatori, interpretando in termini esclusivamente legati ai contrasti fra Europa e Turchia la mancanza di una poltrona a lei riservata, mi sembra che si sia posto questa domanda. Invece il fatto che si trattasse di una donna è il punto decisivo. Erdogan infatti ha voluto mostrare ai suoi sostenitori fondamentalisti che non intende dare alcuno pubblico spazio alle donne, sancendo così l’ennesimo passo indietro su un terreno decisivo per un paese che invece fino a qualche tempo era felicemente avviato in tutt’altra direzione. Soprattutto egli si è proposto come un baluardo della tradizione davanti a tutto il mondo islamico. Rinverdendo l’antica funzione dell’Impero ottomano si è posto come il vero e unico rappresentante - non solo politico ma ideologico-religioso - di quel mondo di fronte all’Occidente, ben consapevole che proprio sul ruolo delle donne è oggi centrato il conflitto fra fondamentalisti islamici e cultura occidentale.

Davanti ad una mossa del genere, oltretutto umiliante della von der Leyen anche dal punto di vista della carica politica da lei ricoperta, Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, l’uomo che rappresentava l’Europa e i suoi valori, è stato zitto e ha accettato senza fiatare di sedersi sulla poltrona assegnatagli. Invece di alzarsi e di offrire il suo posto alla presidente umiliata, salvando così la propria dignità e quella di noi europei. Ce n’è abbastanza per chiedere tutti con forza le sue dimissioni, dando così prova di essere davvero una società che si fonda sulla parità dei diritti tra uomini e donne, su una cultura che va difesa senza esitazione di fronte ai suoi nemici.