Molestie sessuali Il peso morale e quello penale

Viviana

Ponchia

La folla è per definizione moltitudine anonima, impossibile identificare chi ha lanciato la lingua al galoppo o allungato la mano. E va bene. Inutile dare peso all’unica denuncia formale contro ignoti presentata da una ragazza, perché né lei né l’amica sono state in grado di fornire particolari significativi. Perfetto. Ci sono almeno 150 testimonianze di giovani donne alle quali non piace essere chiamate "bonazze" o invitate a bruciapelo a fare la doccia con uno sconosciuto alticcio: e allora? Questione di gusti. Sì, ma i filmati amatoriali dove si vede che qualcuno scappa e si sentono le urla, si percepiscono la fregola e l’umiliazione? In fondo era una festa. La Procura di Rimini ha sicuramente ragioni di ferro per chiedere l’archiviazione dell’indagine sulle molestie all’adunata degli alpini di Rimini del 7 e 8 maggio. E avrà le sue anche l’assessore del Veneto Elena Donazzan, felice che "l’ignobile vicenda" si sia chiusa (ma il gip deve ancora pronunciarsi) e dispiaciuta per il fango rimasto sulle penne nere.

Ero in piazza San Carlo a Torino la sera del 3 giugno 2017 quando dentro una bolgia in preda al panico morirono 3 persone e 1.672 rimasero ferite. Colpa di un gruppo di lunatici armati di spray urticante, che ovviamente non ci misero la firma. L’indagine fu lunga e per niente facile. Però venne a capo dei colpevoli svelando inoltre tutta una serie di vulnerabilità che una città civile non può permettersi.

Ora nel caso di Rimini si parla di palpeggiamenti e apprezzamenti bavosi, nessuno ci ha lasciato la pelle. Ma è poi così diverso? Penalmente sì, ovvio. Il disagio no, quello è identico. Quanti passi indietro siamo disposti a fare rinunciando a dimostrare la dinamica del branco? E come dare torto a chi continuerà a prendersi pacche sul sedere senza denunciare un bel niente, tanto valgono più le tue telecamere della mia parola? Che aria vogliamo respirare?