Sabato 20 Aprile 2024

"Molestie ignorate dall’Fbi" Atlete Usa chiedono 1 miliardo

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La campionessa Simone Biles, 25 anni, e altre 90 vittime di Larry Nassar chiedono all’Fbi un miliardo di dollari per la cattiva gestione delle accuse di molestie sessuali mosse contro l’allora medico del team Usa di ginnastica. Le azioni legali seguono la decisione del Dipartimento di Giustizia di non perseguire i due agenti del Federal Bureau che nel 2015 hanno sottovalutato le accuse presentate e ritardato le indagini su Nassar, consentendogli di continuare a molestare ragazze per più di un anno prima dell’arresto da parte delle autorità del Michigan.

"Siamo state tradite da ogni istituzione che avrebbe dovuto proteggerci. È chiaro che a questo punto l’unica strada perseguibile per ottenere giustizia è quella legale", ha commentato ieri la ginnasta medaglia d’oro nel 2012 McKayla Maroney puntando il dito contro il Comitato Olimpico americano, la Federazione di ginnastica Usa, il Federal Bureau e il Dipartimento di Giustizia. "Se l’Fbi avesse svolto semplicemente il suo lavoro, Nassar sarebbe stato fermato e non avrebbe avuto la possibilità di abusare altre centinaia di ragazze, inclusa me", le ha fatto eco l’ex ginnasta Samantha Roy. "L’Fbi sapeva che Nassar era un pericolo nel 2015 ma per 421 giorni ha lavorato" con la federazione di ginnastica e il Comitato Olimpico "per nascondere le informazioni" ha tuonato Maggie Nichols, l’ex ginnasta della nazionale americana.

Nel 2017 Nassar, oggi 58 anni, è stato condannato a 176 anni di carcere per aver molestato centinaia di ragazze e donne, incluse le ginnaste americane delle Olimpiadi 2012 e 2016.

Gli agenti dell’Fbi dell’ufficio di Indianapolis avevano ricevuto prove sui reati di Nassar nel 2015 e avevano interrogato le atlete, ricevendo testimonianze molto dettagliate. Ma decisero di non accelerare l’indagine e di non fermare il medico-molestatore. Un mancato stop che ha consentito a Nassar di continuare i suoi abusi fino al suo arresto nel 2016. I due agenti dell’ufficio dell’Fbi di Indianapolis, W. Jay Abbott e Michael Langeman, sono stati accusati dall’ispettorato generale del Dipartimento di Giustizia di aver dichiarato il falso agli investigatori che cercavano di far luce sul loro operato ma a loro carico non è arrivata nessuna accusa penale da parte del Federal Bureau o del Dipartimento di Giustizia. I due, uno licenziato e l’altro andato in pensione, restano quindi sulla carta con una “reputazione“ intatta.