Martedì 16 Aprile 2024

"Molestatore? No, sono solo italiano". Da Cuomo al Covid, pioggia di fake

Le parole dell’ex governatore fanno arrabbiare gli italo-americani. Peccato che non le abbia mai dette. Aumentano le bufale social sui vaccini. E con i trucchi video manipolare la realtà è sempre più facile

Il sottopancia satirico con la dichiarazione (falsa) di Cuomo

Il sottopancia satirico con la dichiarazione (falsa) di Cuomo

L’ultimo caso è esemplare. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, costretto alle dimissioni per le accuse di molestie a undici donne, si è giustificato dicendo: "Non sono un pervertito, sono semplicemente un italiano".

Frase dal sapore razzista che ha scatenato la reazione indignata della numerosa comunità italo-americana della Grande Mela, che non ha alcuna voglia di essere accostato al politico, il quale col suo comportamento ha gettato al vento la carriera.

Solo che Cuomo non ha mai pronunciato quelle parole, limitandosi a dire, questo sì, di essere sempre "troppo affettuoso ed espansivo", abbracciando e baciando sia donne che uomini: un comportamento che, negli Usa, è considerato un comportamento molto ’italiano’.

A trarre in inganno, un fermo immagine con un sottopancia (Cuomo: "I’m not perverted, I’m just italian") che ha fatto il giro dei social: peccato sia un montaggio di Watters’ World, un programma satirico della Fox. Eppure in tanti – anche giornali e siti di notizie online in Italia – hanno abboccato.

L’equivoco rilancia il tema – sempre più spinoso – delle fake news, le notizie false che trovano nei social il principale megafono ma che, appunto, risultano materiale esplosivo da maneggiare anche per stampa e tv. In un mondo dove le breaking news si rincorrono ogni minuto, dove milioni di persone hanno lo sguardo rivolto più al proprio telefonino che al viso del partner, dove l’importante è prendere posizione – pro o contro – su Facebook o Twitter, senza neppure approfondire la notizia oltre il titolo (spesso fuorviante), il rischio è davvero di trovarsi disorientati, facendosi delle convinzioni sbagliate.

Siamo circondati. E quando queste falsità riguardano temi sensibili, i pericoli aumentano: non si tratta di errori in buona fede o interpretazioni, ma spesso di news inventate ad arte, video manipolati o rilanciati fuori contesto dopo mesi o anni dai cosiddetti ’aggregatori’ di notizie sulla Rete.

Il terreno preferito delle fake news, di questi tempi, è la pandemia. L’altro giorno, ad esempio, è stato rilanciato sui social un fotomontaggio con la testata de il Resto del Carlino, in cui il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid, annunciava l’istituzione di "zone di contenimento" per chi non intende vaccinarsi. Tutto falso: non solo il passaggio della frase è inventato, ma anche la pubblicazione sulla nostra testata non è mai avvenuta. Gli esempi sono infiniti. L’Istituto superiore di Sanità (www.iss.it) ha pubblicato un vademecum per smentire le bufale sui vaccini anti-Covid, uno dei filoni che va per la maggiore su Internet. Vengono smontate le affermazioni secondo le quali i vaccini "causano infertilità" o "modificano il Dna". Ad esempio, è scorretto dire che i vaccini anti-Covid siano sperimentali: "Quelli autorizzati – spiega l’Iss – hanno completato tutti i passaggi della sperimentazione necessari, senza saltarne alcuno". La velocità dei passaggi ha subito "un’accelerazione senza precedenti a livello globale", ma non è stata saltata alcuna fase (ora siamo alla numero 4, farmacovigilanza). Intendiamoci, le notizie costruite sono sempre esistite: nel 1938, Orson Welles descrisse la ’Guerra dei mondi’ su Cbs, un esperimento radiofonico così realistico che finì per spaventare milioni di statunitensi. E anche i media tradizionali possono cadere nella ’trappola’: ma l’epoca dei social ha dato la possibilità a questo ’virus’ di moltiplicarsi con facilità su milioni di schermi, senza filtro. Senza contare che la tecnologia ha reso possibile la manipolazione dei video, i cosiddetti deepfake, con risultati realistici: tempo fa sono diventati virali alcuni spezzoni, pubblicati su TikTok, che mostravano Tom Cruise in atteggiamenti divertenti. Bene, la star di Mission Impossible era un effetto speciale: dietro c’era un attore le cui sembianze erano coperte digitalmente.

Certo, oltre a siti debunker come Butac.it, che si prende la briga di smantellare alcune castronerie che circolano su internet, anche Facebook, ogni tanto, fa pulizia. L’altro giorno ha rimosso 65 account (e altri 243 su Instagram) legati a una campagna di disinformazione russa in cui si sostiene che i vaccini, soprattutto AstraZeneca, potrebbero trasformare le persone in scimpanzé (davvero), bloccando una società di marketing registrata in Gran Bretagna. Ma è più facile che il social rimuova un nudo di Rubens (capitò nel 2018) piuttosto che una castroneria sul Covid.