Giovedì 18 Aprile 2024

Venezia, niente più moeche in laguna. "Granchi morbidi spariti per la siccità"

Il cambiamento climatico ha cambiato le specie presenti nello specchio d'acqua lagunare. "È una roba epocale"

Moeche

Moeche

Venezia, 22 ottobre 2022 - Le moeche, i granchi tipici di Venezia, sono spariti dalla laguna. La siccità estiva, unita alla presenza delle noci di mare, piccole meduse che stanno occupando troppo il fonale, ha portato a una vera e propria moria dei gamberi senza corazza, una prelibatezza culinaria di questo periodo a Venezia. Con l'arrivo dell'autunno normalmente inizia il periodo della cattura delle moeche. Non quest'anno, visto che i pescatori di questi esemplari ne hanno trovati davvero pochissimi nelle acque della laguna".

"Non ci sono in questa stagione perché nell'estate, col forte aumento delle temperature, i granchi sono tutti morti. È una roba epocale. Alcuni pescatori dicono che succede anche per l'invasione delle noci di mare, meduse piccoline che si depositano sul fondo e stanno occupando troppi fondali". A lanciare il grido d'allarme sono Chiara Pavan e Francesco Brutto, due chef del ristorante stellato Venissa a Mazzorbo. "Anche i moecari, i pescatori specializzati nella cattura di questi prelibati granchi della laguna veneta - spiegano -, sono ridotti a due dozzine tra le isole di Burano, della Giudecca e Chioggia rispetto alle centinaia dei tempi d'oro. Ma è la siccità di quest'anno a pesare su questa tradizione ittica e gastronomica. Il cambiamento climatico ha cambiato le specie presenti nello specchio d'acqua lagunare, mettendo all'angolo gli ultimi esemplari di moeche che, in autunno, stagione della muta, sono introvabili e con quotazioni alle stelle per i pochi esemplari catturabili".

Nel dialetto veneziano moeche significa morbide, e così si presentano queste prelibatezze tipicamente servite fritte in pastella. Vengono comunemente indicate come le 'pepite di Venezia' perché normalmente vendute tra i 5 e i 7 euro ad esemplare, o nei banchi del mercato ittico a quotazioni che oscillano tra 50 e 70 euro/kg. Costi spesso insostenibili per un ristorante che deve far quadrare il bilancio senza scontrini da capogiro da presentare alla clientela. "Con l'innalzamento delle temperature e la pesca selvaggia negli ultimi anni di moeche se ne trovavano sempre meno. Noi non le serviamo più da tempo, - spiega Chiara Pavan - non possiamo lavorare facendo la caccia al tesoro. Preferiamo servire piuttosto specie aliene che ormai hanno invaso i nostri mari. Tra questi il granchio blu che sembra essere stato portato in Adriatico dalle grandi navi che ci raggiungono dall'Atlantico. Qualcuno - ammette - si lamenta in osteria dove i clienti chiedono più la tradizione, ma con i cambiamenti climatici sono rare anche le tipiche seppioline del Redentore che arrivano a costarci 180 euro al Kg".