Moda sotto choc, il morbo si porta via Kenzo

Lo stlista è morto a Parigi a 81 anni dopo essere stato ricoverato nell’ospedale americano. Si era trasferito in Francia nel 1965

Migration

di Eva Desiderio

Nessuno disegnava come lui, fiori e righe colorate su tutto, e quella grazia speciale nel rendere uomini, donne e bambini vestiti d’allegria e di classe. Anni felici e pieni di gioia quelli della moda di Kenzo Takada, il primo degli stilisti giapponesi a sbarcare a Parigi nel 1965 e a conquistare quelle passerelle tra i giganti dello stile, morto ieri all’ospedale americano di Neuilly-Sur -Seine (lo stesso dove è spirato anche Karl Lagerfeld) per il Covid 19 che se l’è portato via a 81 anni vissuti fino alla fine in modo splendido.

Il suo sorriso era speciale, pieno di quel carisma e gentilezza che solo i grandi giapponesi come lui e come l’architetto Tadao Ando possono avere. Perché c’è una moda prima e dopo Kenzo, con uno spartiacque di modernità senza uguali, e con un senso del colore straordinario dal quale è sbocciato poi il suo Flower Power. Il genio creativo come massimo designer giapponese a Parigi al debutto degli anni Settanta si è espresso nella maglieria, arte che lo ha visto primeggiare ineguagliato.

"Abbiamo lavorato insieme per venti anni, dal 1971 quando fondò il brand – racconta Deanna Ferretti Veroni, imprenditrice e fondatrice dell’azienda Miss Deanna a San Martino in Rio alle porte di Reggio Emilia ora famosa per la scuola internazionale Modateca Deanna che conserva lo straordinario archivio dei pezzi più belli di Kenzo – fino al giorno in cui, nel 2000, decise di smettere. Era un designer straordinario, un uomo geniale, e anche un grande amico".

Memorabile la festa d’addio alla moda alla Sala Concerto Zenit di Parigi, dopo la sua ultima sfilata, nel 2000, con tanto di corteo di elefanti, cavalcati allegramente da lui e dagli invitati, tra trionfi di maglioni colorati e fioriti, lanci di petali, musiche inebrianti. Mr Takada era speciale per i modi da gentiluomo. Nato il 27 febbraio 1939 nella prefettura di Hyogo, Kenzo dopo aver lasciato l’università si sposta a Tokyo per frequentare la famosa scuola di moda Bunka Gakuen e dopo il diploma vola a Parigi, primo dei giapponesi ad intuire che sarebbe da allora stato il suo mondo. Qui lavoravano i suoi miti, Pierre Cardin, Gabrielle Chanel, c’era l’atelier Dior e lui andò ad imparare da Feraud.

Nel 1970 apre la boutique Jungle Jap, poi nel 1971 il primo defilé all’insegna della maglieria prodotta in Italia e sbocciata dal sodalizio con Deanna Veroni Ferretti. Nel 1993 decide di cedere il brand al Gruppo LVMH di Bernard Arnault, ma resta direttore creativo fino al 2000. "Felipe Oliveira Baptista è bravo, questa sua prima collezione per Kenzo mi è piaciuta molto", disse a chi scrive Mr Takada, sorridente come sempre, all’Institute National des Jeunes Sords di Parigi: se ne stava in prima fila con quella classe e riservatezza indimenticabili.