Spostamenti tra regioni: un altro mese di stop. Sì a seconde case e a visite agli amici

Presentata la piattaforma delle Regioni a Draghi. La scuola di nuovo nel mirino dei governatori: "Bisogna valutare il livello di rischio". Il ministro Speranza frena sulle possibili riaperture delle attività: "Con le varianti è indispensabile prorogare le restrizioni"

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Arriva la proroga di un mese del divieto di spostamento tra Regioni, in scadenza giovedì: dovrebbe essere prolungato al 27 di marzo (anche se esiste l’eventualità di estenderlo al 9 aprile, appena dopo Pasqua). "Il Consiglio dei ministri di domattina (oggi per chi legge, ndr) si occuperà solo della proroga del divieto di mobilità tra le Regioni" ha detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini nell’incontro del governo con gli enti locali, durato due ore e mezzo e conclusosi poco dopo le 21. Il decreto dovrebbe tuttavia prorogare anche la possibilità per i cittadini di comuni sotto i 5mila abitanti in zona rossa o arancione di spostarsi in un raggio di 30 chilometri (anche in un’altra regione), quella di spostarsi presso seconde case e quella potersi recare verso un’altra abitazione privata in massimo in due persone, più due figli minori di 14 anni (Aggiornamento: stop visite a parenti e amici in zona rossa). Possibile che a margine del Cdm si parli anche della riconferma del commissario straordinario Domenico Arcuri, che anche ieri Salvini ha chiesto di licenziare.

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"Purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile", ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza. E proprio con l’allarme delle varianti che dilaga anche nelle scuole italiane, le Regioni chiedono una classificazione di rischio per le attività scolastiche (asili compresi) e universitarie, come già avviene in altri settori. Non solo: in una bozza della lettera che i governatori intendono indirizzare al governo si rivendica la necessità di maggiori forme di congedo parentale e più risorse a sostegno dei genitori in caso di chiusura degli istituti per questioni legate al contagio.

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Il Cdm di oggi, oltre ad approvare il decreto legge, inizierà a parlare del Dpcm in scadenza il 5 marzo. E l’impegno del nuovo governo è di condividere le scelte, il più possibile. "Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, che certo dovrà essere snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste" ha detto nella riunione di ieri Mariastella Gelmini, che ha sottolineato "l’importanza di trattare la crisi economica con la stessa attenzione di quella sanitaria".

E gli enti locali hanno già presentato le loro richieste. "Le Regioni e le Province autonome – è scritto nel loro documento – ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Non solo. "È necessario – proseguono però le Regioni – rivedere la tempistica per l’adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze. Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese . È indispensabile poi procedere a una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone che preveda una semplificazione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario".

"Lo stesso provvedimento che introduce restrizioni – aggiungono poi – deve anche attivare gli indennizzi, garantendo la contestualità". Nessun cenno all’idea di una Italia tutta in fascia arancione per un mese, sulla quale le Regioni sono spaccate. Quattro richieste sono state fatte anche dall’Anci e dall’Upi: conferma del sistema dei parametri in vigore, riapertura dei ristoranti la sera, piano vaccinale di massa e finanziamento dei nuovi ristori. L’Anci e l’Upi si sono anche schierati a favore del sistema a fasce. "Il sistema dei parametri – hanno detto – funziona, ha fatto tenere sotto controllo la curva. Per questo riteniamo che debba restare in vigore, anche se gli indici da utilizzare possono essere modificati". "Dall’incontro è arrivato un segnale positivo", ha commentato il presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini.