Misure Ue insufficienti Agire subito

Alberto

Clò

Il sistema energetico appare ormai come una macchina impazzita che nessuno è più in grado di governare. Ieri, 25 agosto, i prezzi del gas hanno conosciuto dei nuovi massimi storici a livelli di 102 dollMil Btu contro i 2 dollari di metà 2020 e i 60 di fine 2021. Quelli dell’elettricità, agganciati al gas, hanno raggiunto circa 720 euroMWh. Famiglie e imprese dovranno sopportare da ottobre un raddoppio delle bollette, a meno che il governo non impegni molte altre risorse, in aggiunta ai 35 miliardi già stanziati. Per contro, molti operatori stanno incassando utili stratosferici, se si pensa che il costo di un Kwh rinnovabile può aggirarsi sui 70 euro contro i 700 che può ricavare.

Per reagire a tutto questo non si può attendere il nuovo governo a metà ottobre. Spetta all’attuale governo adottare nuove decisioni. Partendo da due presupposti. Primo: che le scelte sin qua adottate a livello nazionale ed europeo non hanno sortito gli esiti attesi. La Russia nonostante le sanzioni ha aumentato gli introiti energetici dal 24 febbraio di 90 miliardi di dollari. Secondo: bisogna smontare tutti i meccanismi di mercato che amplificano ogni tensione di mercato. Due esempi. Uno: bisogna riconoscere ai produttori di elettricità quel che richiedono e non di più, ovvero il prezzo fissato dal Kwh a gas. Due: non fissare i prezzi finali del gas basandosi su quelli espressi dalla Borsa di Amsterdam, soggetta a spaventose speculazioni.

Perché vi è un aspetto che non è più socialmente e politicamente ammissibile: che alla sofferenza di moltissimi soggetti – dalle famiglie costrette a scegliere tra riscaldarsi e illuminarsi per non parlare delle imprese costrette a chiudere – corrispondano straordinari profitti di pochi operatori che si stanno arricchendo con le drammatiche vicende di questi mesi.