Mercoledì 24 Aprile 2024

Mistero in Crimea Giù il ponte dello zar Dietro c’è la mano dei Servizi di Kiev

Gli ucraini prima rivendicano: "Siamo stati noi, ed è solo l’inizio". Poi il dietrofront. Le ipotesi: camion bomba o blitz degli uomini rana

di Alessandro Farruggia

Fiamme sul ponte dello Zar. La sola certezza, nella nebbia della guerra, è che il giorno dopo il 70° compleanno di Putin il duplice ponte di Kerch, il viadotto che costituisce il cordone ombelicale tra la Crimea e la Russia, è stato colpito. Un’enorme esplosione ha interessato sia la parte stradale che quella ferroviaria, facendo almeno tre morti. Danneggiato, ma non distrutto, in serata il ponte ha già ripreso il traffico ferroviario e, su una carreggiata, stradale. Sul chi sia stato, le interpretazioni divergono. Secondo analisti occidentali ed opinione pubblica ucraina è stato colpito da commandos ucraini, secondo la Russia da un camion bomba, mentre la presidenza ucraina sostiene che sarebbe opera di una faida russa tra Fsb e ministero della Difesa.

I fatti. L’esplosione è avvenuta alle 6.07 ora di Mosca, nel viadotto stradale che in quel tratto corre alcuni metri più in basso di quello ferroviario. Due telecamere a circuito chiuso hanno mostrato l’enorme esplosione che coinvolge anche un Tir e un’auto. Secondo i russi l’esplosivo era sul Tir, identificato come un veicolo di una famiglia di Krasnodar (in Russia), gli Yutsukov: a bordo ci sarebbe stato il 51enne Mahir Yusubov. Il camion bomba sarebbe stato ispezionato al check point russo all’imbocco del ponte, che grazie a sofisticate attrezzature, dovrevbbe rivelare la presenza anche di piccole quantità di esplosivo e droghe. Ma il camion è passato. I russi non dicono se il guidatore fosse kamikaze o all’oscuro del contenuto, certo è che l’esplosione è avvenuta quando sul ponte passava un treno di 24 vagoni merci, tra cui sette di idrocarburi. La detonazione ha fatto saltare due campate di una carreggiata del ponte stradale e ha colpito anche quello ferroviario incendiando le sette cisterne di idrocarburi. L’ipotesi del Tir bomba è però debole perché l’esplosione non ha sciolto l’asfalto nella carreggiata distrutta ed era a una certa distanza dal treno, che correva molti metri più in alto.

Più facile che sia stata colpa dell’azione di commandos. Probabilmente commandos ucraini (si ipotizza uomini rana del 73° Naval special purpose center, messi in acqua al largo e dotati di veicoli di propulsione subacquea) che potrebbero aver piazzato cariche esplosive sia sotto il ponte stradale che sotto quello ferroviario e le avrebbero fatte detonare al passaggio del treno. A sostegno, il tipo di cedimento del ponte e il fatto che l’esplosione ha colpito sia ponte stradale che ferroviario, situati ad altezze molto differenti. Anche le immagini video sembrano ipotizzare che l’esplosione avvenga da sotto.

Le prime reazioni ucraine sembravano rivendicare la paternità dell’azione. "L’incrociatore Moskwva e il ponte di Kerch sono andati, quale sarà il prossimo?" ha twittato il ministero della Difesa, mentre il consigliere di Zelensky Mihaylo Poloyak commentava che "l’esplosione del ponte è solo l’inizio perché tutto ciò è illegale deve essere distrutto". "Buon compleanno Putin!" esultava invece Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio di difesa ucraino, mentre le poste ucraine promettevano un francobollo celebrativo. Un tripudio. "La reazione di Kiev mostra la sua natura di stato terrorista", attaccava la portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakarova.

Poi, il colpo di scena. Lo stesso Podoliak ha fatto una inversione ad U: "Non è ovvio chi ha causato l’esplosione? Il camion è arrivato dalla Federazione russa. È una manifestazione del conflitto fra il Fsb e il gruppo Wagner da una parte e dall’altra il ministero della Difesa e lo stato maggiore dall’altra. Il conflitto fra le strutture militari e di potere russe per incolparsi delle sconfitte militari si sta intensificando e uscendo fuori dal controllo del Cremlino". Forse, ma forse è anche un modo per allontanare da sé le responsabilità, magari su suggerimento americano di tenere il profilo basso. Sta di fatto che il Washington Post scrive: "Un funzionario del governo ucraino ci ha detto che dietro all’attacco ci sono i servizi speciali ucraini". Allo stato, molto probabile.