Mercoledì 24 Aprile 2024

Mistero Covid: i silenzi cinesi e i dubbi Usa

Cesare

De Carlo

Forse non era complottismo! E nemmeno odio ideologico! Il virus, all’origine della pandemia che ci ha colpito, immiserito, sfiduciato, che ha cambiato la nostra way of life, affollato gli ospedali e i cimiteri, sconvolto le istituzioni e la vita politica, quel virus maledetto non è necessariamente partito dai pipistrelli o dai mercati cinesi di animali selvatici. Anzi. Ora che a Washington non c’è più il vituperato Trump, l’intelligence del suo successore Joe Biden riprende e completa un rapporto del gennaio 2020 (me ne occupai). E lo passa al Wall Street Journal, che lo pubblica alla vigilia di un’ennesima riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Già nell’autunno 2019 tre scienziati del laboratorio biologico di Wuhan furono ricoverati con "sintomi compatibili con il Covid 19". La stessa OMS, nel lodare la "trasparenza" del regime comunista, affermò che sì, era vero ma si trattava di "influenza di stagione". Apparentemente no. Ora persino Anthony Fauci, il guru degli infettologi, si dice "non più convinto" che il virus sia di origine naturale. Forse i dubbi tardivi, suoi e di altri, sarebbero maturati prima se avessero dato un’occhiata a ’Leonardo’ (una volta tanto anche il giornalismo italiano merita un riconoscimento). Già sei anni fa la rubrica del TG 3, riferendosi a fonti americane, parlava di esperimenti virali a Wuhan. Fantasie? Sino a ieri il mondo sussiegoso degli esperti liquidava come tali ogni ipotesi contraria. E oggi? Oggi riconosce che sì, effettivamente bisogna indagare più e meglio. Ma con quale affidabilità? La Cina è una dittatura comunista. E il fatto che abbia la proprietà privata (anche la Germana nazionalsocialista l’aveva) non ne mitiga in alcun modo repressione e censura. Dunque è improbabile, anzi impossibile arrivare a quella verità che se accertata la inchioderebbe a un crimine contro l’umanità. Anche nel caso di accidentalità. ([email protected])