Mister Tesla si compra Twitter Meglio che fare un nuovo social

Musk ha acquisito il 9,2% delle azioni e controlla la società. Fino a pochi giorni fa aveva attaccato la piattaforma

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di Simone Arminio

Voleva aprirsi un Twitter tutto suo. A un certo punto avrà pensato, invece, che se sei la persona più ricca al mondo puoi anche prenderti l’originale. Elon Musk è diventato l’azionista principale del social inventato da Jack Dorsey grazie a un pacchetto di 73,5 milioni di azioni, pari al 9,2% del capitale e a 2,9 miliardi di dollari di valore. Cifra calcolata sul valore delle azioni alla chiusura dei mercati di venerdì scorso, e comunque subito da rivedere proprio alla luce della mossa del ceo di Tesla e della compagnia aerospaziale Space X.

In seguito alla diffusione della notizia, infatti, ieri il titolo del social network californiano (330 milioni di utenti e 1,3 miliardi di profili, per un patrimonio netto di 9mila miliardi di dollari), ha aperto le contrattazioni di ieri con un balzo del +26,18%. Un trend continuato poi per tutto il giorno, con il titolo arrivato fino al +29%, e che ha portato il valore delle azioni di Twitter attorno ai 50 dollari, contro i 39,31 precedenti.

Resta il giallo sulla strategia comunicativa di Elon Musk, che soltanto una settimana fa, in aperta polemica sulle scelte di Twitter in tema di libertà d’espressione, aveva detto di avere "preso seriamente in considerazione" la creazione di una nuova piattaforma di social media. Ma in quei giorni, stando alle comunicazioni della Security Exchange Commission (in pratica la Consob americana), Musk era già in possesso delle azioni di Twitter, tramite un trust di cui il fondatore di Tesla è l’unico beneficiario.

È un rapporto di amore e odio quello tra Musk e Twitter. Di sicuro c’è della consuetudine, visto che il multimiliardario arriva a condividere più di 30 tweet al giorno con i suoi 80,2 milioni di follower in tutto il mondo. Una produzione di ampio raggio, che va dai meme ironici su argomenti anche frivoli fino alle discussioni iper-tecniche sulle caratteristiche delle auto Tesla. Dei tweet che difficilmente passano inosservati e che più di una volta – ad esempio sul tema delle criptovalute –, hanno creato piccoli e grandi terremoti sui mercati internazionali.

Il caso più eclatante risale al 2018, quando Musk sostenne sul social network di avere i fondi necessari per ricomprare tutte le azioni di Tesla e avviare un delisting, abbandonando Wall Street. Questa e altre escursioni di libero pensiero avevano portato l’anno dopo la Sec a chiedere e ottenere un controllo preventivo sui tweet di argomento finanziario dell’imprenditore. Un accordo che ovviamente è sempre stato stretto a mister Musk, che infatti un mese fa lo ha impugnato, sostenendo, per tramite dei suoi legali, che si tratti di un tentativo ingiustificato di metterlo a tacere.

E proprio sul tema: giusto lo scorso 25 marzo, con un sondaggio sul suo profilo Musk aveva chiesto ai suoi follower se credono che Twitter aderisca rigorosamente al principio della libertà di parola o no. Oltre due milioni di persone si erano espresse, votando No nel 70,4%. L’incetta di azioni del social network apre ora molti scenari, compresa la reazione degli altri azionisti di punta, fra tutti Vanguard Group e Blackrock, che detenevano il maggior numero di azioni prima dell’arrivo dello shuttle di mister Musk.