Mercoledì 24 Aprile 2024

Missili sorvolano le centrali nucleari Kiev avverte: sfiorata la catastrofe

Mosca torna a bombardare la capitale ucraina. E Putin minaccia l’occidente: basta armi o alzeremo il tiro

Migration

Sirene all’alba, boati, fumo e calcinacci. Dopo oltre un mese di calma apparente, ieri mattina Kiev si è risvegliata ancora una volta al centro del conflitto. Un bombardamento russo alle prime luci del giorno ha colpito una fabbrica nella zona orientale della capitale. Per gli ucraini a essere centrato sarebbe stato un impianto di riparazione di vagoni ferroviari, e il danno è plurimo poiché quei convogli sarebbero stati destinati all’esportazione di grano fuori dall’Ucraina. Secondo Mosca invece il raid avrebbe permesso di distruggere dei tank nemici. Civile o militare che fosse l’obiettivo, in ogni caso il segnale che arriva è che nessun territorio ucraino può ancora dirsi sicuro.

Il fronte principale resta comunque il Lugansk. Si continua a combattere a Severodonetsk, e altri scontri vengono segnalati alla periferia di Lysychansk, dove si teme una strage in un centro di aiuti bombardato, con 40 persone che risultano disperse. Nel Donbass la battaglia continua a infuriare. "I russi controllavano il 70% di Severodonetsk, ma nel giro di due giorni sono stati respinti, ora la città è divisa a metà - ha rivendicato il governatore di Lugansk Serhiy Gaidai -. Gli occupanti hanno perso un numero enorme di personale".

Tra le vittime, riferiscono i media di Kiev, ci sarebbe il generale russo Roman Kutuzov. Se confermato, si aggiungerebbe all’elenco dei numerosi alti ufficiali morti in battaglia, tra cui, secondo l’intelligence Usa, tra 8 e 10 generali. Secondo il governatore di Lugansk, Serhiy Gaidai, l’obiettivo di Mosca è di prendere "pieno controllo di Severodonetsk entro il 10 giugno, oppure controllare la strada tra Lysychansk e Bakhmut", che gli aprirebbe la via verso Kramatorsk, capoluogo della regione di Donetsk. "Tutte le forze si stanno concentrando su questi due compiti", ha spiegato.

Nel frattempo tornano i timori di danni collaterali a infrastrutture nucleari. L’operatore ucraino Energoatom ha denunciato che un missile da crociera Kalibr è volato "criticamente a bassa quota" sulla centrale di Mykolayiv, diretto probabilmente verso Kiev. Le forze russe, ha accusato, "ancora non capiscono che anche il più piccolo frammento di un missile che può colpire un alimentatore funzionante può causare una catastrofe nucleare e una perdita di radiazioni". Intanto da Mosca Vladimir Putin torna a tuonare contro la consegna di nuove armi all’Ucraina da parte dell’Occidente. Una strategia che secondo il presidente russo "ha il solo obiettivo di "estendere il conflitto il più possibile". Lo zar del Cremlino, apparso rilassato e seduto vicino all’intervistatore, dopo le ultime indiscrezioni degli 007 Usa sulla sua presunta malattia. I lanciarazzi multipli Himars promessi dagli Usa, ha detto, "non porteranno alcun cambiamento di fondo" negli equilibri militari, visto che si tratta semplicemente di un rimpiazzo di armamenti "perduti" in battaglia. Ma se l’Occidente fornirà missili a lungo raggio, ha avvertito, la Russia ne prenderà atto e colpirà strutture finora risparmiate.

Il presidente russo si prepara a trattare sul grano. Mercoledì invierà in Turchia il suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, per aprire un tavolo sull’export dei cereali dai porti dell’Ucraina - oltre 20 milioni di tonnellate bloccate nei silos - attraverso il mar Nero. Un’operazione logisticamente complessa, a partire dallo sminamento delle acque, che secondo Ankara richiederebbe circa un mese. Prima, in ogni caso, servirà un’intesa politica a Istanbul, dove potrebbero poi incontrarsi rappresentanti di Mosca, Kiev e Nazioni Unite per concordare i passi sul campo.

red. est.